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Spedizione punitiva a casa del pirata della strada che ha travolto e ucciso un 13enne: “Ti ammazziamo”

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Violenza sessuale latina

Trenta persone hanno fatto irruzione a casa dell’uomo accusato di aver ucciso Chris Abom, il 14enne che il 31 luglio è stato investito da un pirata della strada. La furia vendicativa è esplosa martedì, 8 agosto, quando un gruppo di uomini neri ha invaso la proprietà del conducente accusato di omicidio stradale di Chris.

L’uomo ha raccontato, tramite il suo legale, che una trentina di uomini avrebbero tentato di abbattere la porta della casa dove si trova a scontare i domiciliari, a suon di “Vieni fuori che ti ammazziamo”. In casa con lui anche la compagna e il figlio, nel comune di Negrar in Valpolicella, nel veronese.

Il raid punitivo

L’autista, insieme al figlio della compagna, avrebbe perciò cercato di bloccare la porta, pressata dall’esterno, per impedire che gli aggressori facessero irruzione in casa. Nel mentre si sarebbe ferito alla spalla per lo sforzo. L’unico motivo per cui i fatti non sono finiti in tragedia è che l’uomo è riuscito a chiamare in tempo le autorità per quanto stava accadendo. Gli aggressori avrebbero promesso infatti di tornare sul posto, terrorizzando l’uomo che da giorni è al centro di una gogna mediatica. Il legale adesso chiede tutele per lui e la sua famiglia mentre sta scontando i domiciliari.

La vittima

Avrebbe compiuto 14 anni a settembre Chris Abom, ma la sua vita è stata stroncata la sera del 31 luglio da un pirata della strada a San Vito, frazione di Negrar, nel veronese. Il condecente, fuggito via senza prestare soccorso lasciando il ragazzo sul ciglio della strada in fin di vita, è stato poi rintracciato dalle forze dell’ordine.

Una ferita aperta a Negrar

Chris era un 13enne molto amato nel comune della Valpolicella. Il ragazzo, tesserato alla Figc, era considerato una promessa del calcio tant’è che giocava con le squadre giovanili nel Negrar, aderente alla formazione maggiore del campionato di terza categoria. I sanitari del Suem 118 erano intervenuti prontamente e avevano trasportato il giovane  al pronto soccorso di Borgo Trento, ma le sue condizioni erano già molto gravi e Chris, purtroppo, non ce l’ha fatta. I genitori del ragazzino sono di origine ghanese, e la notizia li ha dilaniatiLa famiglia di Chris risiede in Italia ormai da vent’anni, a Negar aveva trovato una sua dimensione, con il padre che lavorava in un’azienda metalmeccanica e dopo aver dato alla luce, in Italia agli altri due loro figli. 

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