Come era stato ampiamente previsto, il sindaco di Ardea Luca Di Fiori ha ritirato le dimissioni presentate lo scorso 18 febbraio.
Questo il testo protocollato questa mattina. “Il sottoscritto Luca Di Fiori, con la presente, comunica il ritiro delle dimissioni dalla carica di Sindaco del Comune di Ardea presentate in data 18 febbraio 2016 – ha scritto il Sindaco – L’impegno da me assunto con i cittadini intendo rispettarlo, ritengo quindi, a fronte di una severa analisi fatta nei giorni scorsi con tutte le forze politiche che compongono il Consiglio Comunale, che ci siano i presupposti per avviare una nuova stagione costruita su azioni concrete e tangibili nell’interesse della Città di Ardea”.
“Quando presentai le mie dimissioni ho detto a chiare lettere le cose che ci sono da fare. Sono tante e necessarie, a cominciare da molte risposte alle istanze dei cittadini per progetti ‘a costo zero’ da loro stessi proposti – ha aggiunto il sindaco attraverso un comunicato stampa – Mi sono confrontato con quelle forze politiche che mi hanno sostenuto e anche loro hanno convenuto sulla necessità di agire. E’ stata una analisi severa, profonda, fatta anche con spirito di autocritica. E’ stato un confronto importante per un dibattito politico che spero ora possa avere nuova forza. Per anni abbiamo lavorato per togliere la polvere da sotto il tappeto, con debiti accumulati negli anni – anche della prima Repubblica – e che mai erano stati liquidati. Tempo fa parlai di un bilancio da lacrime e sangue, di situazioni complesse trascinate nel tempo che necessitavano di una risposta. C’è chi ha pensato si potesse andare subito al voto, chi ha cercato a colpi di spallate di far cadere questo percorso politico. C’è pure chi ha mandato in giro notizie giusto per ‘creare caos’ e sperare che questa fosse la volta buona. Invece è il momento in cui la città deve essere unita, tutta, e confrontarci in maniera proficua per il bene comune. Mi fa piacere raccontare un esempio: un gruppo di cittadini si è riunito su un gruppo Whatsapp per salvare il capanno Manzù. Hanno aggiunto me per avviare un confronto quotidiano e cercare di risolvere una volta per tutte la questione. Questa è la città che costruisce ponti di dialogo, che non fa quei muri che comunque, a prescindere dalle diversità politiche, fanno sempre male. Ci sono esempi come loro e poi ci sono quelli che dicono di voler costruire e poi fanno come Penelope: il giorno tessono la loro tela e la notte la sfasciano. L’appello – senza strane dietrologie – è a tutti coloro i quali hanno buona volontà, della società civile e della politica. E’ giusto fare autocritica ma è doveroso, allo stesso tempo, capire come a un certo punto sia necessario creare unità in questa città”.