Il ramo di un albero detta le regole sulla viabilità nel quartiere Trieste, a Roma. Occupa la carreggiata dal 23 luglio, quando è crollato in via Lago di Lesina. Da allora la fronda non è stata rimossa e la strada è chiusa nel tratto tra via Massaciuccoli e viale Eritrea. Piovono così le lamentele dei residenti dopo settimane di silenzio dalle istituzioni.
Interventi sospesi
L’ultima comunicazione sul sito di Luce Verde recita che la strada è sottoposta a “interventi di verifica delle alberature”, ma stando alle testimonianze degli abitanti di zona, sembrerebbe che nessun operaio sia intervenuto nel frattempo. Così chi passa per via Lago di Lesina trova solo nastro arancione e il fermo lavori.
In questo modo non solo è interdetto però il transito veicolare, ma anche i parcheggi, per non parlare di chi su quella via abita, ha attività lavorative o negozi. Secondo l’assessore all’Ambiente del II Municipio, Rino Fabiano, il motivo di tanta lentezza dipende da cavilli amministrativi: il ramo è infatti sotto sequestro per disposizioni della Procura.
Cosa dice la Procura sulle alberature a rischio crolli
In caso di situazioni di pericolo, come per il crollo dei rami, la Procura generalmente per intervenire dà disposizioni stringenti. Linee guida che però rischiano di rallentare anche la velocità delle operazioni di rimozione, come nel caso del quartiere Trieste. Perché la situazione si sblocchi, un perito esterno al Comune deve infatti fornire al Servizio Giardini una relazione dettagliata, che permetta poi il via libera ai lavori e la rimozione del ramo caduto. Fino ad allora, stallo per via Lago di Lesina.
Inoltre, sulla via persistono diverse robinie col rischio caduta rami, ma senza la valutazione di un perito o di un esperto, quelli che dovrebbero essere lavori amministrativi e ordinari rischiano di diventare invece una piaga senza fine per il quartiere. (foto d: Faber Lupo)