Questa mattina, domenica 6 agosto, presso il carcere romano di Rebibbia, un detenuto è salito su una gru impossessandosene. Al momento sono in corso le trattative al fine di farlo desistere. Sul posto anche i Vigili del Fuoco. Secondo quanto trapela, il detenuto allocato nel braccio G11, è riuscito a scavalcare la recinzione del cortile passeggi. Poi una seconda perimetrazione per poi arrampicarsi su una gru di un cantiere interno. I Sindacati di categoria denunciano lo stato in cui versa l’utenza carceraria, specie quella affetta da patologie psichiatriche, abbandonata a sé stessa. Nel contempo anche la vulnerabilità del sistema penitenziario.
Aggiornamento ore 14.21 – Da quanto si apprende il detenuto salito sulla GRU è sceso grazie alle trattative portare avanti in queste ore. Restano sconosciute al momento le motivazioni del gesto.
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Il Sindacato Fns Cisl di Roma Capitale e Rieti e del Lazio
“In riferimento al detenuto salito stamattina sulla GRU c/o l’Istituto NC Rebibbia in Roma anche apprendiamo che per tale criticità sono stati richiamati in servizio , anche, le unità di Polizia Penitenziaria che risultano di Riposo. L’Istituto è bene ricordare presenta una carenza di organico di polizia penitenziaria di circa 200 unità e più volte la Fns cisl di Roma Capitale e Rieti e del Lazio congiuntamente hanno rappresentato l’esigenza di incrementare le unità in servizio”.
“Attualmente il sovraffollamento dei detenuti è di circa 347 detenuti in più mentre quello regionale risulta in aumento rispetto al mese precedente ed ora è di 922 detenuti considerato che n. 6.209 risultano essere i detenuti reclusi nei 14 Istituti del Lazio, rispetto ad una capienza regolamentare di detenuti prevista di n. 5.287”.
“Per la Fns Cisl di Roma capitale e Rieti e del Lazio occorrono urgenti e radicali interventi perché il personale è stremato e così non si può continuare – chi opera nei penitenziari deve poter lavorare in serenità e questo non risulta ad oggi ed purtroppo non compreso da chi, invece, dovrebbe intervenire e risolvere la problematica”.
La nota del Sindacato Polizia Penitenziaria SIPPE
“Se nel 2023 ci sono detenuti che riescono a scavalcare recinzioni e, addirittura, salire su una gru, evidentemente c’è qualche problema nel nostro sistema penitenziario che, a quanto pare, andrebbe totalmente rivisto”. Lo dichiara Alessandro De Pasquale Presidente del SIPPE – Sindacato Polizia Penitenziaria che aggiunge: “L’ordine e la disciplina negli istituti penitenziari garantiscono la sicurezza che costituisce la condizione per la realizzazione delle finalità del trattamento dei detenuti e degli internati. Purtroppo, nel nostro sistema penitenziario si tende a privilegiare molto la rieducazione del condannato, giustamente, ma questo a discapito della sicurezza; i risultati, però, non sembrano poi quelli voluti dal legislatore”. “Abbiamo più volte chiesto squadre specializzate antisommossa della polizia penitenziaria e i c.d. negoziatori, perché davanti ad eventi come questo di Rebibbia non possiamo affidarci all’improvvisazione ma occorrono tecniche e strategie ben precise che tutelino non solo il lavoro dei poliziotti penitenziari ma anche il sistema penitenziario”, conclude De Pasquale.
La nota del SAPPe
Il Segretario Nazionale e Regionale SAPPe Lazio Maurizio Somma in merito ai fatti di oggi ha aggiunto:
“Nella mattinata di domenica 6 agosto presso il carcere romano di Rebibbia NC un detenuto del Reparto G11 durante l’uscita ai passeggi, si è arrampicato sulla gru, momentaneamente presente all’interno per alcuni lavori di rito. Il detenuto, in forte stato di agitazione ha iniziato a minacciare che si sarebbe gettato nel vuoto, chiedendo un elicottero. Intervenuta immediatamente la Polizia Penitenziaria ed in ausilio i Vigili del Fuoco. La situazione si è risolta, il detenuto in questione è sceso dalla gru, grazie all’interlocuzione con la Polizia Penitenziaria presente“, ha quindi aggiunto Maurizio Somma.
“Siamo alle prese con un ennesimo gesto di protesta estremo”
Il Segretario Generale della UILPA, Gennarino De Fazio, Polizia Penitenziaria ha dichiarato:
“Immediatamente la Polizia penitenziaria di sorveglianza ha dato l’allarme e in questi minuti sono in corso le trattative con il recluso al fine di farlo desistere dal suo gesto dimostrativo. Sul posto sono presenti anche i vigili del fuoco”. Secondo la sigla sindacale il gesto di protesta è indice di disagio in cui versano i detenuti, ma anche della vulnerabilità del sistema penitenziario.
Continua De Fazio: “Sperando che l’episodio in questione si risolva senza conseguenze particolari, evidenziamo che non sempre va così e che, anche per un semplice dato statistico, non potrà sempre essere così. Per questo il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, farebbe bene a interessarsi compiutamente alle questioni carcerarie al di là degli aneddoti che ama raccontare”. La UILPA chiede al governo Meloni di “prendere compiutamente atto della strisciante emergenza penitenziaria varando un decreto legge per metterle in sicurezza, cominciando dal rafforzamento della Polizia penitenziaria. Parallelamente, inoltre, il Parlamento dovrebbe approvare una legge delega per riforme strutturali che reingegnerizzino il sistema d’esecuzione penale, rifondino il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e riorganizzino il Corpo di polizia penitenziaria”.