Come previsto dalla Legge di Bilancio di questo governo, dal mese in corso centinaia di migliaia di famiglie non percepiranno più il Reddito di Cittadinanza. Nel Lazio lo scotto maggiore lo paga Roma; qui infatti è residente il 73 percento dei percettori presente in regione. In generale c’è un dato preoccupante, una bomba sociale che, non si capisce il motivo, non vede nessuno. Sono 88.690 i nuclei che tra gennaio e giugno hanno percepito il reddito e sicuramente di questi quasi 53mila perderanno un sussidio che si aggira su una media di 560 euro al mese.
Reddito di cittadinanza, lo ‘stop’ preoccupa il Sindaco di Roma: ‘C’è il rischio che aumenti la povertà’
Mentre il mondo va in un’altra direzione, noi politicizziamo i sussidi
Visite mediche, spese per l’istruzione dei figli, la spesa, l’affitto, le medicine. A questo serviva il Reddito di Cittadinanza. L’unico vero provvedimento che ha cercato di ridurre in maniera sensibile la disparità sociale. L’unica misura seria contro la povertà. In Italia sono circa sei milioni le persone iperprecarie, di cui la maggior parte sotto la soglia di indigenza. Solo noi in Italia abbiamo dato seguito ad una campagna vomitevole contro il sussidio per i poveri, solo noi abbiamo raccontato la frottola insopportabile del parassita in panciolle svaccato sul divano, al fine di aizzare poveri contro poveri. Una guerra tra morti di fame che hanno vinto i ricchi. Chi tra questi percepiva il beneficio, peraltro, il divano probabilmente nemmeno ce l’ha. Parliamo di gente che è costretta a lavorare in nero, alla mercé del padrone di turno, magari evasore fiscale, che tira sul salario finché può. E così, la gente che prima era costretta a pregare per avere tre, quattro, cinque euro l’ora, ora dovrà tornare a farlo. A piangere miseria. Perché per chi ha voluto narrare politicamente contro un sussidio che esiste in tutti i paesi civili, oggi si aumenta il vitalizio. Chi oggi rimane a guardare, prova anche ad aumentare il senso di colpa nell’indigente: se non lavori è colpa tua che non ne hai voglia.
Reddito di cittadinanza, ‘occupabili’ verso la fine del beneficio: il lavoro continua a scarseggiare
I dati nel Lazio
A Roma c’è il sessanta percento dei percettori del Lazio. Sono per lo più singoli o famiglie con due o più componenti, senza anziani o minori a carico. Secondo la Cgil Roma e Lazio a Roma perderanno il sussidio circa 15mila famiglie. A Viterbo lo perderanno 3390 famiglie, a Rieti 1699, 7042 a Latina e 6235 a Frosinone. In tutto si tratta di 71mila persone, invisibili che non avranno più accesso alla maggior parte dei diritti. Natale Di Cola, segretario generale della Cgil che ha prodotto i dati, dichiara che: “I numeri parlano chiaro, siamo davanti all’esplosione di un’emergenza sociale per volontà politica del Governo, che l’ultimo venerdì di luglio, in piena estate, ha deciso di lasciare sole davanti alla povertà già più di 10mila famiglie romane, a cui ne seguiranno tante altre e di scaricare ogni conseguenza sugli enti locali e sul personale dei servizi sociali“. Benissimo.
C’è solo da capire come mai ce ne si accorge solo adesso.