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Omicidio di Primavalle, blitz in casa dell’assassino. Il fidanzato di Michelle: ‘Chissene della denuncia’

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Dopo la manifestazione per commemorare Michelle Causo, un gruppo di facinorosi ha devastato l'appartamento dell'assassino.

Questo è il brodo culturale all’interno del quale è maturato l’omicidio di Michelle Causo, la 17enne di Primavalle brutalmente uccisa da un coetaneo. Esattamente questo, ed è il caso di prenderne atto. Così è finita la manifestazione di venerdì scorso organizzata dagli amici più stretti di Michelle, al fine di commemorarla. Con un gruppo di sedicenti ‘amici’, o amici di amici vai a vedere, che si sono ritrovato presso l’appartamento dell’assassino in via Dusmet al fine di devastarlo. Delinquenti totali, un gruppo di giovani nemmeno troppo sparuto (pare siano stati diverse decine) che con l’intenzione di ‘vendicare’ la ragazza hanno spaccato ogni cosa all’interno dell’appartamento.

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Un filmato come trofeo. Il feticcio della vendetta

Repubblica riporta i commenti a caldo dopo la devastazione, estrapolandoli dalla chat creata dagli organizzatori della manifestazione. Sia chiaro, non si tratta affatto della totalità dei partecipanti al corteo, ma di un gruppo di facinorosi che poi si sono anche vantati della bravata. Peraltro documentata da un video, postato nella chat e che qualcuno ha fatto uscire. Ora gira ovunque e, qualcuno a petto in fuori ha pensato di vantarsene pubblicamente. In primis Alessio, il fidanzato della povera 17enne: “Ma sti ca… della denuncia“. E poi ancora: “Io la foto segnaletica me la sono fatta così“. Ovvero con un sorriso compiaciuto, soddisfatto, nei minuti successivi al raid a casa del killer che purtroppo ha ucciso la sua fidanzata. Doveva essere una manifestazione pacifica, nella chat si lanciavano messaggi positivi, cercando megafoni e preparando striscioni, anche il collaborazione coi Fedayn, il popolare gruppo ultras dell’A.S. Roma. In testa al corteo la mamma della giovane, Daniela Bertoneri. Invece, durante la manifestazione un gruppo di partecipanti si è radunato sotto l’appartamento di via Dusmet per distruggere tutto. E poco è importato a loro che quella fosse anche la casa della madre del killer, una donna che ha lavorato tutta la vita onestamente per tirare a campare.

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La tronfia spocchia della faida

Ancora Repubblica riporta frasi agghiaccianti: “Quel video l’ho fatto io“, dice uno dei vandali. Nel video si vedono ragazzi tutti molto giovani spaccare ogni cosa. Piatti, bicchieri, mobili, quadri. E poi minacce all’assassino, con la promessa di “farli fuori tutti, uno per uno“, gli amici dell’assassino. Quaranta personaggi di età compresa tra i 15 e i 18 anni sono stati identificati dalle forze dell’ordine. Fra loro anche i partecipanti alla spedizione punitiva a casa del 17enne. In circa 40, molti di età compresa tra 15 e 18 anni, sono stati identificati: tra loro ci sono quelli entrati in casa del 17enne. L’ultimo scambio di battute sulla mega-chat è un’infilata di commenti sulla protesta. C’è la rabbia del comitato di zona e la lite per il video della devastazione che è andato in giro. Ma a Primavalle c’è anche chi storce il naso di fronte all’episodio. “Fate i video come i bambini”, dice qualcuno. “‘Ste cose so da infami“.

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