Momenti di paura questa mattina nel carcere di Regina Coeli, a Roma, dove un agente della polizia penitenziaria è stato aggredito e sequestrato da un detenuto. Tutto è avvenuto nel momento in cui il poliziotto ha aperto la cella, situata all’interno della VII sezione dell’istituto di pena, per consentire al detenuto straniero di uscire e recarsi nell’area passeggi.
L’aggressione a Regina Coeli
Nel carcere si è sfiorata la tragedia: con una lametta in mano, il detenuto ha strattonato l’agente, minacciandolo. Lo ha poi colpito più volte, fortunatamente in maniera non grave, cercando di portarlo all’interno della cella. Per una caso fortuito, però, la chiave della cella era rimasta fuori: questo ha consentito a un collega, che aveva sentito il trambusto, di intervenire, evitando conseguenze peggiori. Il detenuto è stato bloccato e il poliziotto è stato invece soccorso e portato in ospedale per le cure del caso.
“Non sono noti i motivi di tale aggressione. Da quando apprendiamo l’unità di polizia penitenziaria è in ospedale”, commenta Massimo Costantini, Segretario Generale FNS CSL del Lazio. “Attualmente negli istituti penitenziari della regione Lazio mancano 836 unità di personale di polizia penitenziaria. Il fenomeno delle aggressioni è sempre più dilagante: il rispetto delle regole e garantire la legalità, innesca in certi detenuti facinorosi il pretesto per aggredire gli agenti, perché purtroppo hanno la consapevolezza che lo Stato sta dimostrando tutta la sua debolezza, permettendo che gli agenti siano le vittime sacrificali”.
Sovraffollamento delle carceri una delle cause delle aggressioni
“Attualmente – spiega Costantini – il sovraffollamento regionale risulta in aumento rispetto al mese precedente ed ora è di 885 detenuti, considerato che 6.180 risultano essere i detenuti reclusi nei 14 Istituti del Lazio, rispetto a una capienza regolamentare di detenuti prevista di 5.295 unità”.
“Dall’inizio di quest’anno il numero detenuti è cresciuto di 247 unità che corrisponde a un incremento del 24,2%. Bisogna sottolineare in particolare che tra maggio e giugno la popolazione detenuta in regione è cresciuta di 94 unità a fronte di un incremento medio mensile negli ultimi dodici mesi pari a 41”, sottolinea il segretario CISL. Una situazione esplosiva, che non lascia prevedere nulla di positivo.
“Il tasso di affollamento sulla capienza regolamentare dichiarata dal ministero è passato dal 116,5% al 118% nella nostra regione e dal 128% a 130%, se tale indicatore venisse calcolato in base al numero effettivo di posti disponibili. La Fns Cisl Lazio esprime solidarietà al collega ed auguriamo una pronta guarigione, evidenziando che occorrono urgenti e radicali interventi perché il personale è stremato e così non si può continuare”.