Andrea Purgatori, i funerali nella Chiesa degli Artisti a Roma: cordoglio e attesa in un mix di stati d’animo fra ricordi e aspettative.
Nel segno del giallo, nel segno di Andrea Purgatori. L’ultimo saluto al giornalista romano, recentemente scomparso all’età di 70 anni, si terrà dalle 10.00 presso la Chiesa degli Artisti a Roma. Già da ieri, però, molta gente (estimatori e non solo) si è recata in Campidoglio – Sala Protomoteca – per la camera ardente: il vuoto che lascia per molti è importante.
Tra i suoi migliori amici, Corrado Guzzanti – comico e autore – e Andrea Salerno con cui ha condiviso (quasi) tutto. Persino l’ultima avventura a La7, dove Salerno è direttore di rete. Ha fatto tutto il possibile, Purgatori, ora devono fare qualcosa per lui: chiarezza su una morte che per i familiari (e non solo) non torna. L’autopsia ha evidenziato la presenza di un tumore ai polmoni, ma questo non allontana (semmai potrebbe alimentare) le possibilità di una diagnosi sbagliata: tutto da chiarire attraverso indagini e materiale raccolto, diverse le persone indagate per omicidio colposo.
Andrea Purgatori, l’ultimo saluto al cronista tra cordoglio e attesa
Al lavoro i superperiti per fare i dovuti controlli. Una vita a indagare, quella di Purgatori, e ora indagano su di lui. Una sorta di contrappasso non voluto, ma necessario se si vuol vederci chiaro al termine di un’esistenza terminata – forse – troppo presto per il cronista. Intanto l’ultimo saluto, un’ultima cavalcata insieme. Per poi scoprire il resto prima possibile, magari dopo aver asciugato le ultime lacrime per far sì che non ce ne siano altre.
Arriva anche il cordoglio dell’assessore alla Cultura di Roma Capitale che afferma: “L’abbraccio di Roma viene fatto sia all’uomo che al professionista. Lo conoscevo personalmente e il suo garbo e l’ironia sono sempre stati un valore aggiunto che oggi riconosciamo. Per questo è stato e resta uno dei più importanti giornalisti del nostro Paese che ha aiutato a scoprire la verità su pagine importanti e controverse della storia d’Italia: da Ustica al caso Orlandi. Ha messo in atto un metodo che ha portato anche sulle prime pagine dei quotidiani alla cui base c’era la capacità di praticare sempre il dubbio”.