La rivoluzione della scuola, secondo il ministro Valditara, può prendere piede. Si cambia, soprattutto per gli studenti che dovranno frequentare i licei e gli istituti tecnici. Il primo cambiamento avverrà coi debiti formativi, che verranno recuperati nel mese di agosto e non più settembre: un modo per non far attendere i ragazzi interessati l’inizio dalla successiva stagione scolastica, per sapere se supereranno l’anno o meno.
Rivoluzione debiti formativi nella scuola
Era un problema per studenti e insegnanti il recupero del debito a settembre. Infatti, se da una parte lo studente arrivava agli sgoccioli del nuovo anno scolastico per scoprire il suo futuro, dall’altro molti professori evitavano le “bocciature” per una questione di umanità, pur nei casi di quegli scolari più impreparati. Si rimodula il superamento del debito, con i giovani che faranno la prova con diverse settimane d’anticipo e preparando mentalmente nel caso di ipotetici rimandi all’anno scolastico.
Verso un ritorno alla scuola del merito
Un nuovo regolamento, che quasi guarda più alle logiche calcistiche che realmente scolastiche. Ma forse, il modello sportivo spesso è il miglior modo per superare degli “impasse” istituzionali che avevano imballato un sistema scolastico negli anni delle Superiori. Il metodo promette risposte più rapide sulla carriera scolastica degli studenti, sulla formazione delle classi per i dirigenti scolastici, ma forse anche del tempo per riposarsi agli stessi ragazzi. Cosa che, almeno il vecchio sistema, se preso seriamente non concedeva.
Il problema di tale metodo
Come tutte le cose, ci sono “pro e contro” anche in questa nuova metodologia didattica. Gli aspetti negativi potrebbero essere osservati nei tempi di preparazione sulla materia in cui si ha avuto il debito: lo studente non avrà più due mesi e mezzo per prepararsi, ma un lasso di tempo di un mese e mezzo massimo. Oltretutto, con le nuove regole di Valditara, l’esame di recupero avverrà su tutto il programma della precedente stagione scolastica in quella materia, in una condizione che potrebbe rivelarsi un handicap forte per tanti studenti, specie quelli che più “zoppicavano” in una determinata area di studio.