Potrebbero aprirsi nuove scomode verità attorno alla morte di Francesco Vitale, il pr pugliese trovato diversi mesi fa senza vita all’interno del quartiere Magliana. Tra gli indagati, nelle ultime ore, sarebbe stata inserita anche la compagna di uno dei rapitori, che tenne il ragazzo segregato per debiti di droga vicini ai 500 mila euro. Un arresto che, secondo la Procura, potrebbe portare anche a scoprire ulteriori dinamiche sul decesso dell’uomo: Vitale si uccise per scappare, oppure venne lanciato nel vuoto da qualche personalità ancora ignota?
Le nuove probabili verità sulla morte di Francesco Vitale
La compagna di uno dei rapitori sarebbe stata inserita nel dossier attorno alla morte del pr pugliese, poichè le intercettazioni ambientali dimostrerebbero come la stessa donna fosse informata dei fatti e soprattutto delle dinamiche che giravano intorno al decesso del ragazzo. Sembrerebbe ormai chiaro come Vitale sia morto alla fine di febbraio per una regolazione di conti sulla droga, avendo maturato debiti di droga per mezzo milione di euro.
Su chi si concentrano le indagini ora?
La donna indagata dalla Procura di Roma, come emerge dalle carte del Tribunale, sarebbe I.V. La ragazza, 30enne, è la compagna di vita di S.P., ovvero uno dei rapitori di Francesco Vitale, prima della morte dello stesso pr barese. Per chi ricorderà, P. venne fermato in un arresto spettacolare sulla via Pontina, con le auto delle forze dell’ordine che chiusero la strada e crearono un blocco stradale per la pericolosità oggettiva dell’uomo.
Cosa dicono le ultime ore di Francesco Vitale?
È la domanda che si pongono i magistrati dall’inizio delle indagini. In tal senso, sulla morte di via Pescaglia si vuole ricostruire un fitto puzzle. Da una parte capire effettivamente quanti debiti di droga avesse contratto Francesco Vitale con il mondo della droga romano, poi a chi venne chiesto il riscatto per la sua liberazione dopo il rapimento avvenuto a Magliana. Domande che, almeno potenzialmente, potrebbe chiarire la figura di I.V.
L’arresto della donna
Nella tarda serata di domenica 23 luglio 2023, a Roma, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, coadiuvati dai militari della Compagnia di Roma Trastevere, a conclusione di una fitta attività investigativa, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le indagini Preliminari presso il Tribunale di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma nei confronti di I.V.
La donna, nata nel 1980, oggi è gravemente indiziata di concorso in sequestro di persona a scopo di estorsione, con l’aggravante di aver cagionato la morte della vittima. Il provvedimento dell’Autorità Giudiziaria scaturisce dalle risultanze della complessa attività d’indagine, che ha già portato all’arresto di D.F., uomo nato nel 1985, e del compagno della V., S.P, classe 1975, a seguito del decesso di Francesco Vitale.
Il collegamento a Francesco Vitale
Il pr Francesco Vitale, il 22 febbraio 2023, dopo essere stato segregato e torturato all’interno di un appartamento di Roma, Via Pescaglia n. 40, allo scopo di ottenere dai familiari la somma di 500 mila Euro quale pagamento per la sua liberazione, precipitava al suolo dal quinto piano del palazzo, perdendo in questo modo la vita.
In particolare, nel corso delle indagini è emerso come la V., nelle fasi esecutive della condotta criminosa, abbia partecipato direttamente al sequestro a scopo di estorsione, rendendosi, nei giorni successivi al sequestro, irreperibile, tentando la fuga e continuando a ricercare negli ambienti criminali il denaro promesso per il delitto eseguito. È doveroso precisare che il procedimento è nella fase delle indagini preliminari e che le persone indagate devono ritenersi presunti innocenti fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.