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“Ammazza che giannetta”, come mai i romani usano questo termine? La verità

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ragazzi che parlano

Conoscevate il detto Ammazza che giannetta? Ecco cosa significa l’espressione romana: “Ammazza che giannetta”!

I romani usano molte espressioni colorite e modi di dire, come la tipica espressione “ammazza che giannetta”. Il romanesco, è una dialetto molto ricco di espressioni colorite e ricche di significato. Ammazza che giannetta, è uno dei tanti modi di dire che celano diverse storie.

Questa nota espressione, si usa per indicare nel centro Italia, il vento freddo e pungente invernale. Per sapere le origini e il significato di questo modo di dire romano, vi suggerisco di leggere qui di seguito.

Dialetto romano

Il dialetto romano, è uno dei dialetti più amati d’Italia. Il romanesco è di origine latina, come gli altri dialetti. Da molti esso è considerato un accento, per via della sua grande somiglianza con l’italiano standard.

Secondo altri, il dialetto di Roma sarebbe una variante del latino basso. Tra le caratteristiche tipiche del romanesco, vi sono: il raddoppiamento di consonanti, la troncatura di verbi e nomi e l’uso del verbo stare al posto del verbo essere. Un altra cosa che contraddistingue il romanesco, è la grande presenza di parolacce ed espressioni poco eleganti.

Sicuramente di tratta di un dialetto molto colorito, avente un codice linguistico molto vicino all’italiano. Va detto che nelle zone periferiche della capitale si parla il neo romanesco, ossia una lingua gergale molto diversa dal romano del centro. Il romanesco è pieno di esclamazioni, proverbi e modi di dire, che in bocca di un romano verace sono molto divertenti e caratteristiche.

Roma
Roma – ilcorrieredellacitta.com

Significato dell’espressione “ammazza che giannetta”

Con l’ espressone romana “ammazza che giannetta”, si vuole intendere il vento freddo romano, che arriva in alcune giornate d’inverno. Esistono molte spiegazioni circa l‘origine di tale espressione romana, più o meno veritiere. Questo modo di dire tipico dei cittadini di Roma, fa riferimento secondo alcuni a una certa Gianna.

Secondo una credenza, la signora Ginna, era una donna romana di mezza età che per rinfrescarsi dalla caldane apriva spesso la finestra. Nei racconti popolari, Gianna era una donna che teneva pure in inverno le finestre di casa aperte, e per tale ragione i romani pure quando c ‘era la tramontana, dicevano per scherzare “senti che Gianna”.

In base a un altra storia, tale espressione deriva da un altra signora che aveva l’abitudine di correre per le vie di Roma, per portare il pane appena sfornato a casa, generando un vento che i romani chiamarono appunto Gianna.

Il vero significato dell’espressione “ammazza che giannetta”, pare che sia legato a una corta lancia usata dalle milizie spagnole, nota come gineta. In seguito, tale modo di dire è stato spiegato con il frustino di canna usato dagli ufficiali, che una volta agitato emanava un suono simile al fischio del vento freddo invernale.

detto romano
detto romano – ilcorrieredellacittà.com

I modi di dire romani

All’interno del dialetto romano, vi sono molti modi di dire e frasi che si sono diffuse in tutto il Paese. Si può affermare che il romanesco, è uno dei dialetti italiani più antichi, conosciuti e imitati. Molti celebri artisti romani, hanno contribuito a diffondere tale simpatico e colorito dialetto regionale.

Molti dei modi di dire romani, hanno le loro origini in storie passate o racconti popolari. Molte tipiche espressioni dialettali romane sono legate ad alcuni nomi, come per esempio Maria, Peppe e Gianna. In particolare da tale nome derivano le espressioni “Ammazza che gianna o giannetta” e “Che giannetta c ‘è stasera”. 

Tra le espressioni colloquiali più note, va citata in primis la classica locuzione “li mortacci tua”, che può avere diversi significati, in base all’espressione facciale e contesto in cui viene pronunciata. Un altro modo di dire molto noto è “morto ‘n papa se ne fa n’artro”, per dire che nessuno è indispensabile.

Un altro modo di dire tipico della città di Roma, è l’espressione “il figlio della gallina bianca” entrato a far parte nel linguaggio di tutti i giorni. Oppure il modo di dire “Fare i giro delle sette chiese”, per indicare il tempo perso a vuoto.

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