Medici, parenti, amici. Gli inquirenti vogliono vederci chiaro in merito alla morte di Andrea Purgatori. E per questo hanno deciso di ascoltare 12 persone che negli ultimi quattro mesi sono stati vicino al giornalista. O che comunque sono informate sui fatti. Le loro parole serviranno agli inquirenti per ricostruire il calvario affrontato dal giornalista da quando ha iniziato ad accusare malori fino al giorno della sua morte.
Morte Andrea Purgatori, dubbi sulla diagnosi di decesso: si teme un’infezione
Morte Andrea Purgatori, la procura convoca 12 ‘testimoni’
Ci sono due medici, il professor Gianfranco Gualdi e un suo collaboratore, Claudio Di Biasi. Ma anche l’oncologo Fabio Marchetti e il professor Alessandro Bozzao. Senza dimenticare, naturalmente, i parenti. Sono almeno 12 le persone che negli ultimi quattro mesi di vita di Andrea Purgatori sono state ‘vicino’ al giornalista prima della sua morte. Sono loro i testimoni che, secondo la procura di Roma, sono tecnicamente ‘informati sui fatti’, ovvero in grado di ricostruire i giorni e le tappe che hanno caratterizzato il calvario affrontato dal giornalista da quando ha iniziato ad accusare quello che lui stesso definiva come un senso di ‘spossatezza…costa fatica fare anche la cosa più semplice’.
Attesa per l’autopsia
Entro domani, mercoledì 25 luglio 2023, verrà effettata l’autopsia, anche con l’ausilio della tac, per accertare le condizioni fisiche e le cause che hanno determinato la morte di Andrea Purgatori. La Procura ha proceduto all’affidamento dell’esame autoptico che, se sarà necessario, sarà seguito da una seconda consulenza tecnica: non si esclude infatti la necessità di ulteriori approfondimenti per verificare la correttezza della diagnosi sulla base degli accertamenti effettuati in particolare nella clinica Pio XI. Secondo quanto si apprende, oggi sarà svolta la tac, anche per accertare la presenza o meno di metastasi o tracce di eventi ischemici al cervello. Domani invece sarà effettuata l’autopsia. Tra i quesiti degli accertamenti, la verifica della presenza di metastasi, dove e a che stadio, e possibili tracce di un’ischemia e il suo livello di gravità. Inoltre, si verificherà l’esatta causa della morte allo stato attribuita ad una pericardite settica.