Il Tar non ha accettato il ricorso di Gisella Cardia, la sedicente veggente di Trevignano. Ma per la donna, la macchina della giustizia, intervenuta a far ordine sulle presunte apparizioni della Madonna di Trevignano, non avrebbe alcun potere rispetto al culto che porta avanti da mesi sulle sponde del lungolago. “La Madonna? Ha vinto e continua a parlarmi”, ha così rivelato al settimanale Di Più.
Sgombrate le statue della Madonna a Bracciano
Il tribunale amministrativo lo scorso giugno ha infatti respinto la richiesta della donna e del marito, Gianni Cardia, presidente dell’associazione “Madonna di Trevignano”, di sospendere l’ordinanza comunale che imponeva di demolire lo spazio riservato al culto della Madonna di Trevignano, in via del Campo di Rose. Una statua e delle panche che la santona aveva allestito sulle rive del lago di Bracciano per accogliere fedeli. Lì ogni 3 mesi i credenti si riunivano per celebrare le presunte apparizioni della Madonna, con tramite la signora Cardia come medium.
“Non mi fermo”
Lei però intanto non si ferma e dice che andrà avanti. Ribadisce che il provvedimento vieta “le strutture fisse” e che allora procederà con quelle “mobili“. Ovvero sedie, statue e simboli sacri da spostare all’occorrenza. La donna è un fiume in piena: sostiene “di non aver mai ricevuto né querele né soldi“. Il prossimo 3 agosto è la data cerchiata in rosso dai suoi seguaci: perché, ribadisce, la “preghiera non è contro la legge“.
Chi è la sedicente veggente Gisella Cardia
Il suo vero nome è Maria Giuseppa Scarpulla, ha 53 anni ed è nata e cresciuta in Sicilia. Prima di dedicarsi alle questioni di fede era un’imprenditrice: a Patti, in provincia di Messina, possedeva una piccola azienda che produceva ceramica. Gli affari non sono andati molto bene e la ditta ha fallito. Poi la decisione di cambiare vita e città insieme al marito Gianni Cardia. I due stanno insieme da più di 10 anni e hanno deciso di rifarsi una vita nei pressi del Lago di Bracciano.
La Madonna di Trevignano e le apparizioni
Gisella Cardia e il marito hanno fatto un viaggio-pellegrinaggio a Medjugorje e hanno comprato una statuetta della Madonna. La sedicente veggente afferma che la statuetta ha iniziato a piangere sangue e Gisella ha avuto visioni sempre più frequenti. Sostiene di essere in grado di parlare direttamente con la vergine, la quale apparirebbe il 3 di ogni mese in Via del Campo di Rose.
Lei e il marito hanno fondato anche una Onlus: “La Madonna di Trevignano Romano”. Nel luogo delle presunte apparizioni lei e il marito hanno costruito un vero e proprio “luogo sacro”: un gazebo per proteggere la madonna, panche per i fedeli, un garage e una vera e propria struttura che ha tutta l’aria di essere un luogo di pellegrinaggio. Il tutto, senza alcun permesso di costruzione.
Il ricorso
A presentare il ricorso, discusso l’11 luglio, il marito della veggente, Gianni Cardia, che è anche presidente dell’associazione Madonna di Trevignano. Secondo Cardia, tutte le opere considerate abusive e che il 17 luglio sono state rimosse, come le panchine interrate, la staccionata, le teche con le statue, “non necessitano di alcun tipo di autorizzazione edilizia”. Ma non solo. La rimozione richiesta della Madonnina “integra sicuramente l’illecito amministrativo di blasfemia”. Nel ricorso, si punta il dito contro il Comune di Trevignano, che con il proprio divieto di demolizione avrebbe violato diritti fondamentali in materia religiosa.
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