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Roma, truffa del ‘finto nipote’, tolgono a una 90enne soldi e gioielli: condannati

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Roma

Chi sono i trasfertisti? Si tratta di professionisti del furto o della truffa, che vengono ingaggiati in una città per eseguire reati, per l’appunto, in trasferta. Di solito se ne sente parlare rispetto a quelli napoletani, che spesso si recano in altre città per furti con destrezza, in particolare di orologi di lusso. Ma adesso se ne parla anche rispetto alla classica truffa del ‘finto nipote‘. È di oggi la notizia della condanna a carico di due giovanissimi napoletani, un 18enne e un 17enne.

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“Cara nonnina, indovina chi ti sta chiamando?”

Così si realizza la truffa. Un soggetto telefona all’anziano, e chiede direttamente: “Indovina chi ti sta chiamando?“. Non appena vengono passati in rassegna alcuni nomi il truffatore ne sceglie uno e comincia a tessere la tela. Presunti problemi economici lo attanaglierebbero e quindi scatta la richiesta di denaro. In un secondo momento, complicando sempre più la storia, all’anziano viene spiegato che il finto parente non può passare personalmente a ritirare la somma concordata. Questo è successo ad una donna di 90 anni lo scorso giovedì a piazza Conca d’Oro, nel III Municipio della Capitale. Due giovanissimi sono stati ingaggiati a Napoli per eseguire questo copione e la signora è caduta nel tranello, accogliendo il più giovane dei due in casa, mentre il 18enne attendeva in auto sotto casa. Il ragazzo salito in casa è riuscito ad ottenere 1800 euro in contanti, il bancomat delle Poste, la fede nuziale e una catenina d’oro. Ma proprio poco prima di raggiungere il complice e fuggire è intervenuta la Squadra Mobile, intenta proprio a svolgere un servizio volto a reprimere le truffe ai danni delle persone anziane.

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La dinamica dell’intervento degli agenti

Mentre il ‘palo’ attendeva in auto il complice, un poliziotto si è insospettito e si è avvicinato all’auto. A quel punto il giovane ha tentato di scappare ed è cominciato un breve inseguimento terminato poco dopo in via Prati Fiscali. Il collega, nel frattempo, si è introdotto nel condominio dove ha trovato il 17enne sul pianerottolo con degli oggetti sospetti in mano. Tra i due è iniziata una colluttazione, sedata grazie all’intervento di altri agenti. Nel processo per direttissima il maggiorenne è stato condannato a due anni con sospensione della pena. Dieci giorni prima è stato arrestato a Bari per il medesimo reato. Di fronte al giudice, nel corso di dichiarazioni spontanee, ha chiesto scusa ai poliziotti per aver tentato di fuggire.

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