Stamane la Polizia di Stato ha eseguito una misura cautelare coercitiva nei confronti di un trentenne di Tivoli. L’uomo è gravemente indiziato di maltrattamenti familiari, lesioni personali e atti persecutori perpetrati nei confronti della ex convivente. Lei non ce la faceva proprio più a vivere in quel modo. Controlli continui e serrati, isolamento dagli amici, violenza e maltrattamenti erano all’ordine del giorno. La relazione, così, non è durata molto; solo qualche mese. Ma quando lei ha deciso di lasciarlo le reazioni violente si sono fatte sempre più intense.
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Applicato anche il braccialetto elettronico
La donna viveva ormai di accortezze negli ultimi tempi. Fino a parcheggiare solo ed esclusivamente nei pressi di edifici pubblici al fine di poter contare sulle telecamere. Agendo così sperava di scoraggiare l’ex da altre ritorsioni. Ma lui insisteva nelle minacce, anche via social. Danneggiava i suoi beni, spaccava gli infissi dell’abitazione, le bucava le gomme. Scrive il Giudice per le Indagini Preliminari: “In una occasione le aveva dato una gomitata sul naso, deviandole il setto nasale; in un’altra l’aveva presa per la gola; inoltre, non le permetteva di uscire da sola con le amiche ed aveva bloccato tutte le utenze di presunti ex fidanzati presenti sul suo telefono cellulare”. Così le minacce sono proseguite, anche in presenza degli amici di lei. Per questo il giudice ha deciso per “L’ordinanza di applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai suoi familiari, nonché ai luoghi da loro frequentati, con l’applicazione del dispositivo elettronico di controllo (cd. “braccialetto elettronico”), eseguita, dagli agenti del Commissariato tiburtino. Particolarmente significativo nella vicenda è risultato il supporto fornito non solo dagli investigatori sin dal primo contatto con la vittima, ma anche dalla rete familiare e dagli amici della ragazza, che non hanno esitato a sostenerla nel suo perdurante e grave stato di ansia e di paura.