La Polizia locale è finita nell’occhio del ciclone, per un’inchiesta circa l’utilizzo privato di auto di servizio durante l’orario di lavoro. Fatti per i quali i Caschi bianchi sono stati presi di mira dalla Procura della Repubblica di Roma che ha aperto, e anche chiuso, un fascicolo di indagine. Il magistrato inquirente, infatti, al termine di attività investigative svolte dalla Guardia di Finanza, ha notificato in particolare a un dirigente della Locale, la chiusura indagini formulando nei suoi confronti l’accusa di aver abusato del suo ruolo, utilizzando mezzi pubblici per faccende private.
Le ipotesi di reato: truffa e peculato
Il passo successivo sarà la richiesta da parte del Pm di rinvio a giudizio e i capi di imputazione formulati dovrebbero essere quelli di truffa e peculato. Qualora il giudice per le indagini preliminari dovesse ritenere fondate le accuse, in base alle prove raccolte, il dirigente della Municipale sarà chiamato a difendersi in un’aula di giustizia. Secondo le risultanze investigative delle Fiamme gialle, l’indagato avrebbe distolto non solo l’auto di servizio, ma anche due agenti dal lavoro, per andare a prenderlo a casa e poi riaccompagnarlo. E non solo. Secondo quanto riportato da La Repubblica si sarebbe fatto accompagnare da suoi sottoposti, sempre con la macchina dei Vigili, ad alcune sedute di fisioterapia, pretendendo che lo aspettassero fuori dalla clinica.
Il prossimo passo la richiesta di rinvio a giudizio del dirigente
E i finanzieri hanno esaminato anche le relazioni di servizio dei vigili precettati come tassisti, ma non avrebbero trovato traccia di questi impegni extra, configurando perciò il reato di truffa. Ma la difesa è certa di poter scardinare il castello accusatorio, ritenendo che un dirigente possa usufruire dell’auto di servizio per svolgere anche questioni strettamente personali. Non resta che vedere cosa ne penserà il gup e se la questione verrà decisa con un procedimento giudiziario o verrà semplicemente archiviata perché ritenuta destituita di fondamento.