Parco degli Acquedotti, scoppia il caso delle tartarughe Trachemys: sono una specie protetta, le associazioni chiedono maggiore accortezza.
Il laghetto di Parco degli Acquedotti nella Capitale è una finestra sul mondo visto che consente di interfacciarsi con vari tipi di animali e specie naturali, acquatiche ma anche anfibie. Quello che è nato come un punto di ritrovo e aggregazione per molti rischia di essere un problema a causa delle tartarughe Trachemys: si registrano ripetuti abbandoni da parte di possessori all’interno del Parco presente nel VII Municipio.
Tali specie, in particolare, sono dannose per l’ambiente poiché voraci e in competizione con un altro tipo di tartarughe. Le Emys. Nella fattispecie non è più nemmeno consentito il commercio e la detenzione di tali animali, a meno che non venga denunciato il possesso al Ministero dell’Ambiente entro determinati termini di prescrizione. È necessario che se ne eviti la riproduzione, pertanto l’Associazione Earth ha fatto una serie di segnalazioni al Parco risalenti all’aprile scorso.
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Parco degli Acquedotti, rebus tartarughe: le Trachemys sono un problema
Le specie presenti erano in pericolo, c’era il rischio che le tartarughe in questione potessero raggiungere la terra morbida e deporre uova. La riproduzione è da evitare, ma non per questo si deve sottovalutare la salvaguardia delle specie già presenti. Tutte cose che Angelo De Martino (guardia zoofila e stimato biologo) aveva specificato agli organi preposti. Mesi dopo le segnalazioni sono state completamente ignorate.
Al punto che Earth torna alla carica: “Non capisco come l’Ente Parco e l’Amministrazione Municipale si disinteressino completamente della normativa”. Il problema era in potenza, ma ora esiste. Visto che le tartarughe si stanno riproducendo. Era stato chiesto, oltre a una maggiore attenzione, di costruire una sorta di recinzione affinché non potessero trovare spazi adatti alla deposizione. Questo, ad oggi, non è ancora avvenuto. Anzi, le tartarughe sono lasciate a loro stesse con tutto quel che ne consegue. Earth continuerà a segnalare la situazione, ma non è detto che sia sufficiente: le normative parlano chiaro, anche se i fatti dicono ben altro.