“Venite a prendermi, vi prego. Meglio il carcere che stare a casa con mia madre“. Così il 15 luglio scorso un 38enne romano agli arresti domiciliari. L’uomo, col braccialetto elettronico dal dicembre 2021, in quella casa proprio non riusciva più a stare. Era talmente esasperato dalla madre da preferire le mura del carcere alla convivenza con la donna e il suo compagno. Così, una volta uscita di casa, ha contattato gli agenti: “Vi prego, portatemi via“, ha supplicato.
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Meglio il carcere che la compagnia della madre
I militari avevano ricevuto l’alert del braccialetto elettronico. Si sono quindi mobilitati al fine di riacciuffare un evaso, magari pericoloso. Invece la polizia ha ricevuto una telefonata: “Sono qui, venite a prendermi. Portatemi in carcere“, e ad attenderlo sotto casa è arrivata una pattuglia dei carabinieri. Accusato di evasione, è stato però assolto al processo per direttissima. Il 38enne, assistito dall’avvocato Giampaolo Balzarelli, avrebbe accettato anche questo pur di non stare con la madre. Ma l’accusa è caduta, perché la situazione è stata subito chiara. In quella casa si sentiva intrappolato e oppresso, più che in una prigione, a causa dei continui litigi con la genitrice e il suo compagno. Voleva quindi certamente fuggire, ma solo dai conviventi.
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A maggio scorso il caso analogo
Nel maggio scorso un altro caso identico al succitato ha fatto sorridere i sardi. A Cagliari un uomo si è tagliato il braccialetto elettronico e si è presentato presso la caserma dei carabinieri di Dolianova. “Mia madre non la sopporto più, arrestatemi“. Così il 44enne ai militari. Il giorno successivo è stato processato per direttissima e il giudice lo ha accontentato. “Dopo l’ennesima lite con mia madre preferisco la prigione, mi mandi dove vuole, ma non voglio tornare a casa“. Ora si trova in carcere a Uta.