Nuova puntata della vicenda che ha visto coinvolto in uno spaventoso sinistro, il calciatore della Lazio Ciro Immobile. Il centravanti lo scorso aprile si è scontrato, mentre era in piazza delle Cinque Giornate a bordo del suo suv, con un tram della linea 19. Le indagini condotte dalla Polizia Locale non sono riuscite però ad accertare di chi fosse la responsabilità, quindi i rilievi si sono conclusi con un nulla di fatto. Ma ora ci sarà la possibilità di procedere con nuove indagini, più approfondite. In quanto l’autista dell’Atac coinvolto nell’incidente ha deciso di sporgere una formale denuncia querela per il reato di lesioni personali stradali gravi o gravissime. In allegato sono stati apposti referti medici per tre mesi e mezzo di prognosi.
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I fatti
Lo scontro era avvenuto all’altezza di Ponte Matteotti in zona Prati. Ora con la denuncia penale si riapre la partita. Il 56enne conducente Atac era stramazzato sul pavimento della cabina di guida del convoglio, tra vetri rotti e molto dolorante. Era stato quindi trasportato al policlinico Umberto I e in una prima fase venne dimesso con sette giorni di prognosi. Poi i giorni di riposo vennero allungati fino a oltre cento per le conseguenze riportate. I feriti, in totale, furono dodici. Tra i quali c’erano lo stesso Immobile e le sue figli di otto e dieci anni che erano col padre a bordo del suv. Il bomber della Lazio e della nazionale riportò una costola rotta e un trauma alla colonna vertebrale. In buona sostanza, sia i numero nove che il conducente hanno spiegato di essere passati entrambi con il verde. La tesi del cattivo funzionamento dell’impianto semaforico non è mai stata considerata così astrusa; più di un tassista testimoniò che in quei giorni il rosso e il verde scattavano con molta rapidità. In questa maniera si creava spesso la situazione in cui il tram non avesse tempo per attraversare totalmente il ponte. Ma questa ipotesi non avrebbe trovato conferma dopo il vaglio dei tecnici dell’Agenzia per la Mobilità.
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Cosa accadrà dopo la querela
Senza il deposito dell’atto formale ora redatto dal 56enne nessuna perizia venne eseguita per apprendere a che velocità stessero andando effettivamente il tram e il suv. Gli aspetti rimasti insoluti sono molteplici ma lo scenario ora cambierà. Non sarà una battaglia solamente tra assicurazioni, ma verrà presa in esame da un magistrato e comporterà ulteriori approfondimenti come telecamere da visionare, perizio e testimonianze da acquisire. Dopodiché la faccenda, ora così formalizzata, favorirà sicuramente un accordo extragiudiziale tra le parti.