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Colosseo (ancora) ‘vittima’ di uno sfregio: autore è uno studente tedesco 17enne

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Ancora uno sfregio al Colosseo

Sembra quasi che deturpare le bellezze storiche e archeologiche di Roma sia diventato un divertimento per i turisti. A poche ore dall’ultimo ‘sfregio’ al Colosseo da parte di una giovanissima turista svizzera 17enne ha provato a incidere il proprio nome e si è fatta immortalare in video, poco prima delle 18 di ieri, sabato 15 luglio, un altro turista, uno studente tedesco, anche lui di 17 anni, è stato sorpreso mentre cercava di grattare una parete dell’Anfiteatro Flavio in Roma.

Prima una turista svizzera

In questo caso, il ragazzo era  accompagnato da un insegnante, quando è stato beccato al piano terra del monumento mentre cercava di incidere qualcosa sulla parete, deteriorando una parte del laterizio. Sorpreso dal personale di vigilanza del Parco Archeologico del Colosseo, il 17enne é stato poi denunciato dai Carabinieri del Comando di Piazza Venezia per deturpamento al Colosseo (art. 518 duodecies C.P. ; art. 33 c.1, e art. 19 c.2, lett. a) del Regolamento Polizia urbana del comune di Roma).

Anche un 27enne britannico beccato a incidere il suo nome e quello della fidanzata

Nei primi giorni di luglio, ancora una volta un turista, stavolta di nazionalità britannica, un 27enne è stato sorpreso mentre scriveva il suo nome e quello della sua fidanzata e sempre sulle parenti dell’anfiteatro Flavio. Un altro sfregio e ancora una volta provocato da un visitatore straniero. Sembra proprio che coloro che vengono a Roma non abbiano consapevolezza dell’importanza che il Colosseo riveste in termini di patrimonio archeologico e storico e non solo per la città. Ma non ci sono scusanti per atti di questo tipo. Tutti e tre gli autori di sfregi ai danni del monumento sono stati denunciati. L’ignoranza non può costituire una scusante sufficiente a giustificare il deturpamento di beni archeologici. I turisti confermano di non essere al corrente che esiste il reale rischio di incorrere in conseguenze estremamente serie: fino a cinque anni di carcere e 15mila euro di ammenda

 

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