Revocati tutti i e quindici i permessi premio a Salvatore Parolisi, a causa dell’intervista rilasciata alla trasmissione Chi l’ha Visto. La cronista lo aveva aspettato fuori dal carcere di Bollate proprio in occasione del primo di questi permessi. Parolisi aveva ottenuto la concessione grazie ad una relazione positiva, in ordine alla sua buona condotta, del carcere indirizzata al Tribunale di Sorveglianza. Per la direzione di Bollate Parolisi è un “detenuto modello“.
“Svalutazione del processo”. Questo alla base della revoca
L’ex militare, che non ha mai confessato l’omicidio della moglie Melania Rea, continua a dichiararsi innocente. E ha ribadito questa versione anche ai microfoni di Chi l’ha Visto. Condannato a 20 anni di reclusione, ne ha già scontati otto. Ma, per l’appunto, di fronte alle sue dichiarazioni il Tribunale di Sorveglianza, nei panni di Rosanna Calzolari, ha deciso di fare marcia indietro. Secondo il magistrato il contenuto dell’intervista rivela “una chiara svalutazione del processo, del suo percorso di reinserimento e della figura della donna“. “Da uomo, da militare, da padre soprattutto, tu mi devi dare l’ergastolo, mi butti la chiave e non mi fai uscire più, se dici che io ho fatto una cosa del genere, e me lo provi però. Perché a me non me lo hanno mai provato”, aveva detto alla cronista. In lui è sempre presente il pieno convincimento di essere stato condannato a 20 e non all’ergastolo per mancanza di prove.
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“Assenza di consapevolezza” e “lavoro introspettivo incompleto”
Secondo il Tribunale di Sorveglianza i toni e i contenuti dell’intervista dimostrerebbero che l’ex caporalmaggiore non ha completato il “lavoro introspettivo” per essere reinserito nella società. Il magistrato sostiene che dopo otto anni Parolisi non avrebbe ancora “compreso il significato e la valenza dei permessi premio. Strumenti pedagogici con la funzione di aiutare la riabilitazione e il reinserimento del condannato nella società in maniera graduale“. L’uomo avrebbe dovuto svolgere, nell’arco delle 15 uscite, varie attività di volontariato in una parrocchia di Milano. Inoltre, sempre secondo i togati, Parolisi con le sue dichiarazioni non restituirebbe piena dignità alle vittime e alla loro storia.