Il degrado in cui affonda Roma non lascia in pace nemmeno i morti. Così mentre i vivi cercano di sopravvivere all’emergenza rifiuti, chi non c’è più è cosparso invece di erbacce. Sempre di incuria si parla, perché la situazione va avanti da tempo al Cimitero Flaminio di Prima Porta, il più grande d’Italia, dove l’erba è talmente alta che è possibile a malapena scorgere le lapidi.
Considerato un tempo capolavoro di architettura cimiteriale contemporanea, i parenti dei defunti si sfogano sui social per la mancanza di cura e rispetto. “Ormai solo Tarzan può venire qua”, tuona un utente via TikTok di denuncia, “Le tombe sono tutte coperte dalla vegetazione. Dopo tanti reclami all’ufficio dei servizi cimiteriali, al Comune di Roma, stiamo ancora così”. L’esasperazione è dietro l’angolo, soprattutto considerando che Ama, addetta alla pulizia delle aree, sta dando difficoltà anche nella gestione dei rifiuti e nell’inviare i bollettini Tari. “Vogliono solo i soldi da noi. Ditemi se è possibile che la gente venga a trovare i morti così”, lamenta un visitatore del cimitero.
Defunti abbandonati, così come i cittadini che li ricordano
L’erba alta è solo la punta dell’icerberg in un Cimitero dove manca ogni genere di servizio, rendendo non solo difficoltoso per le famiglie trovare il quadrante dove riposano i propri cari, ma addirittura pericoloso per la sicurezza delle persone. Manca l’acqua corrente per irrigare, alcune aree sono completamente al buio, così è praticamente impossibile orientarsi e il Cimitero Flaminio è talmente grande che si rischia anche di perdersi. “L’altro giorno non riuscivo a trovare la tomba di mia mamma per quanto è alta la vegetazione”, confida una donna.
Nell’incuria generale, sono di casa ormai anche cinghiali, topi e animali infestanti. Nelle macchie d’erba si rischiano anche vipere e serpenti. Inutile rivolgersi agli sportelli Ama, da anni i cittadini ci provano, senza ricevere risposta: “Abbiamo fatto 200 segnalazioni, non c’è acqua, non c’è niente, noi paghiamo e guarda i morti come sono messi. Tutti nello schifo più assoluto e tra l’erba alta, una vergogna”, spiega un visitatore.
Il Municipio con “le mani legate”: l’Ama tace
Il Presidente del Municipio XV, Daniele Torquati, cerca il più possibile di attivarsi e aiutare gli abitanti del quadrante Nord di Roma. Col silenzio di Ama, però, è una battaglia contro i mulini a vento. “Inviatemi subito il settore in queste situazioni”, sprona i residenti via social. Il problema è che l’intero cimitero verte nella stessa situazione ormai da anni. “È un colpo al cuore vedere tutto ridotto così”, gli risponde un’abitante. Altri invece, disillusi, preferiscono tagliare la testa al toro. “Non vedo l’ora di portare via mio padre da qui. “Abbiamo scritto diverse mail ad Ama, fatto reclami all’ufficio preposto direttamente sul luogo”, racconta un altro, “Ci è stato risposto dagli uffici che avevano gare di appalto in essere e che non ci potevano aiutare. Mio padre ha lavorato una vita pagando tasse per riposare in questo ‘letamaio’”.