Claudio Campiti dovrà rispondere di 4 omicidi volontari e di lesioni personali ai sopravvissuti della strage di Fidene, avvenuta durante una riunione del Consorzio di Valleverde l’11 dicembre 2022. La Procura di Roma ha chiuso stamane le indagini a carico dell’autore della sparatoria che è costata la vita a 4 donne e ha traumatizzato anche i presenti, scampati per puro miracolo alla mattanza grazie all’intervento di un altro iscritto, che ha fermato la sparatoria.
Secondo gli atti della Procura, l’11 dicembre Campiti si era recato alla riunione del consiglio di amministrazione del Consorzio Valleverde deciso ad aprire il fuoco sugli abitanti della tenuta, riuniti quel giorno presso il bar “Il posto giusto” per una riunione con gli abitanti. Le motivazioni alla base della sparatoria, secondo i pm che hanno seguito il caso, dipendono da un contenzioso che Campiti aveva con i consorziati. Le situazioni pregresse hanno poi creato “ragioni di rancore più volte palesate in passato nei confronti dei membri del Consorzio e dei componenti del relativo Consiglio di Amministrazione’’. L’uomo, rinviato ora a giudizio, dovrà rispondere perciò della morte delle 4 iscritte al consorzio Nicoletta Golisano, Elisabetta Silenzi, Sabina Sperandio e Fabiana De Angelis, con l’accusa di l’omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi.
Indagate anche 2 persone del poligono di tiro
“Vi ammazzo tutti”: così Campiti, preso dalla furia omicida, si sarebbe scagliato sui presenti alla riunione del Consorzio Valleverde e avrebbe fatto fuoco tramite una Glock modello 41, calibro 45. L’arma, detenuta illegalmente, era stata sequestrata al poligono di tiro di Tor di Quinto, a Roma, e per questo motivo sono stati coinvolti nelle indagini anche il presidente della Sezione Tiro a Segno Nazionale di Roma e un dipendente addetto al locale dell’armeria del poligono di tiro. Campiti è accusato perciò di appropriazione e porto abusivo di armi, mentre i due dipendenti del poligono sono indagati per omissioni su controllo e vigilanza nella detenzione dell’arma.
Lesioni personali e disturbi post-traumatici da stress per i sopravvissuti
Tra le accuse di Campiti, la Procura rinviene su alcuni sopravvissuti alla strage anche il reato di lesioni personali, dal momento che per i testimoni della sparatoria si sarebbero palesate conseguenze ‘’consistite in disturbo post traumatico da stress’’, con disturbi del sonno, depressione, senso di colpa per essere sopravvissuto alla strage, e flashback.