Non viaggiava a velocità folle, non doveva dare la precedenza alla Smart che ha incrociato e, sembra anche che non fosse nemmeno sotto l’effetto di droghe. Alla difesa di M.D.P., Youtuber di The Borderline su cui pende l’accusa di omicidio stradale, si aggiunge ora un nuovo tassello che contribuisce ad alleggerire la posizione del 20enne: il ragazzo non era sotto effetto di droghe, quando alla guida del suv Lamborghini, lo scorso 14 giugno ha travolto la Smart sulla quale viaggiava il piccolo Manuel, bambino di 5 anni morto poco dopo l’impatto. Sulle dinamiche dell’incidente, a distanza di quasi un mese dall’accaduto, ancora c’è molto su cui fare chiarezza.
I risultati del prelievo ematico: il 20enne negativo al test antidroga
È l’ospedale San Giovanni di Roma che conferma lo stato psicofisico del leader de The Borderline, rafforzando la tesi della difesa. Il 20enne, secondo il prelievo ematico effettuato presso la struttura ospedaliera, al momento dell’impatto era negativo ai cannabinoidi. Il test ha rilevato comunque una quantità molto bassa, risalente probabilmente a un consumo di qualche giorno prima o per sostanze farmaceutiche, ma è indubbio che al volante fosse lucido e consapevole di cosa stava facendo. Lo confermano anche i controlli effettuati alle pupille, ai riflessi del giovane e l’esito dei test neurologici. Quanto alla dinamica dell’incidente invece, ci sono ancora molti dubbi.
Lo youtuber viaggiava a velocità folle? “Andavo a 65km/h”
Nei giorni scorsi l’avvocato Francesco Consalvi avrebbe inoltre insistito sulla ricostruzione dell’incidente, permettendo allo Youtuber di affermare che la velocità della Lamborghini a cui era al volante non fosse di 124 km/h, come riportato dai media, ma molto moderata, di circa 65km/h. Anche la precedenza rappresenta un fattore importante per una svolta nel caso. La Lamborghini dei The Bordeline viaggiava sul rettilineo di via di Saponara senza altre macchine davanti, mentre la Smart che è stata travolta si stava immettendo su via Archelao di Mileto per svoltare a sinistra, quando è stata presa in pieno. Gli inquirenti, servendosi delle immagini che emergono dalle telecamere del Comune e tenendo conto della velocità dei veicoli, di come si sono schiantati, della conformazione del percorso e di altri dettagli salienti per la ricostruzione dell’omicidio stradale, dovranno stabilire se la presenza di un’auto nera davanti alla Smart questa possa aver avuto un ruolo nell’incidente, contribuendo a ostruire la vista per entrambi i conducenti.