Alessandro Castellaccio, l’ultimo abbraccio di Tivoli al 41enne pestato e ucciso lo scorso 18 giugno: i parenti chiedono giustizia.
Il rombo di moto che sembra un urlo, poi le note di Vasco: “Un senso”. Lo stesso che cerca di trovare la famiglia di Alessandro Castellaccio, 41enne pestato e ucciso a Tivoli. Morto in pochi istanti dopo un’agonia di 5 giorni: tutto comincia il 18 giugno scorso, quando il 41enne – da sempre ben voluto nella comunità – è stato picchiato a morte in un bar del centro storico. La “colpa” dell’uomo è quella di aver chiesto ai clienti di abbassare i toni e la musica, l’atmosfera si era fatta incandescente.
Mai quanto quello che sarebbe successo dopo: il pestaggio violento, poi l’agonia di quasi una settimana. Le speranze affievolite giorno dopo giorno, fino alla morte accertata. Le ore e i giorni successivi a quel verdetto continuavano a scorrere senza apparenti risposte con la famiglia smarrita e incredula, costretta a fare i conti con un destino beffardo. Arrivano i primi verdetti: arrestati due cittadini romeni, 35 e 51 anni, residenti di Tivoli.
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Tivoli, Alessandro Castellaccio: l’ultimo saluto al 41enne pestato a morte
Indagato, invece, l’operaio con cui Castellaccio ha avuto la lite: l’uomo ha dovuto fare i conti con una frattura nasale, da cui poi sarebbe scaturito tutto il resto. Un epilogo da film, invece è tutto vero. Verità adesso cercano i parenti e gli amici di Alessandro che si sono ritrovati – in quella Tivoli che tanto gli ha dato e tolto – per l’ultimo saluto a quello che hanno sempre definito un pezzo di cuore. Gli amici motociclisti, le sgasate insieme, una vita in strada. Poi Vasco, il cantautore preferito, e tanti applausi al passaggio del feretro: un’ultima volta tutti insieme, per non cancellare almeno il ricordo. Ora, però, serve chiarezza: “Ci aspettiamo una Giustizia certa e pene severe”, sottolinea la famiglia che davanti alle telecamere mostra compattezza. Anche un barlume di lucidità, ma non è facile.
Intanto emergono ulteriori testimonianze: un passante avrebbe visto – dinamica da appurare nel corso delle ricostruzioni – pestare a morte Castellaccio: “L’hanno preso a calci come un pallone”, avrebbe dichiarato. Anche per questo il Gip (Giudice per le indagini preliminari) parla di aggressione brutale. La Giustizia interpreta e restituisce quello che sui volti dei familiari sembra essere già palese. In questa lotta tra dubbi e (presunti) fantasmi, in cui a fare più paura è la chiarezza.