Luglio è un mese pieno di scadenze fiscali e quella del 10 luglio interessa soprattutto i genitori. L’Inps erogherà a partire dal 10 luglio i pagamenti dell’assegno unico per i soggetti che, rispetto ai mesi precedenti, non hanno visto alcuna modifica nell’importo dichiarato. Se invece i genitori, nel compilare la domanda per l’assegno unico, hanno indicato una variazione nel nucleo beneficiario tramite ISEE, dovranno attendere in un periodo compreso tra il 20 e il 30 luglio.
Cosa fare se si è percettori di Reddito di cittadinanza?
I criteri di assegnazione ed erogazione dell’assegno unico cambiano nel caso in cui il soggetto che fa richiesta sia un percettore del Reddito di cittadinanza: in tal caso non c’è nessun obbligo di presentare la domanda per ricevere il sostegno.
Come sono cambiati i criteri da gennaio 2023?
Rispetto all’anno precedente, sono state introdotte delle significative variazioni. A gennaio 2023 è scattato infatti un incremento del 50% dell’assegno unico per tutti quei genitori e famiglie che hanno a carico figli di età inferiore a un anno, oppure per i figli con una età compresa da uno a tre anni se si fa riferimento alle famiglie con tre o più figli e con un ISEE inferiore a 40.000 euro. Nel caso in cui il numero di figli a famiglia sia di 4 o superiore, è prevista anche una maggiorazione del 50% dell’assegno unico. Se invece si parla di famiglie con figli con disabilità, sono confermate le maggiorazioni dell’assegno unico per ogni figlio e senza limiti di età.
Cos’è l’assegno unico familiare?
L’Assegno unico e universale è un sostegno economico alle famiglie attribuito per ogni figlio a carico fino al compimento dei 21 anni (al ricorrere di determinate condizioni) e senza limiti di età per i figli disabili. L’importo spettante varia in base alla condizione economica del nucleo familiare sulla base di ISEE valido al momento della domanda, tenuto conto dell’età e del numero dei figli nonché di eventuali situazioni di disabilità dei figli. L’Assegno è definito unico, poiché è finalizzato alla semplificazione e al contestuale potenziamento degli interventi diretti a sostenere la genitorialità e la natalità, e universale in quanto viene garantito in misura minima a tutte le famiglie con figli a carico, anche in assenza di ISEE o con ISEE superiore alla soglia di euro 43.240 euro.
Secondo la normativa, è prevista una maggiorazione di 30 euro mensili per ogni figlio, questo al fine di favorire il lavoro femminile. L’importo maggiorato viene conferito in misura piena per un ISEE pari o inferiore a 15.000 euro, mentre va riducendosi per livelli di ISEE superiori, fino ad azzerarsi nei casi di ISEE superiori a 40.000.