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Testamento Berlusconi, a chi vanno le ville?

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A chi andranno le ingenti proprietà immobiliari di Silvio Berlusconi? Non lo sappiamo, ma il testamento sarà reso pubblico.

Il testamento di Silvio Berlusconi andrebbe diviso in parti e capitoli, esattamente come un libr0. Peraltro anche entusiasmante, visto lo choc subìto da Marcello Dell’Utri quando ha saputo del lascito dell’amico di sempre. L’ex dirigente di Publitalia e politico ha ricevuto ben trenta milioni di euro ed è stato informato dal notaio proprio questa mattina. Formalmente il testamento di Berlusconi è stato aperto il 5 luglio dal notaio Attilio Roveda di fronte a due testimoni. Scomparso lo scorso 12 giugno, l’ex premier ha lasciato ai figli maggiori, quelli avuti da Carla Elvira Dall’Oglio (Maria Elvira e Pier Silvio), la maggioranza di Fininvest. Parliamo di circa il 53 percento. Mentre alla progenie nata dal matrimonio con Veronica Lario (Barbara, Eleonora e Luigi), il resto delle quote, il 47 percento. Pare che questa decisione sia stata presa per evitare che i figli minori potessero mettere il veto nelle decisioni societarie.

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L’eredità immobiliare

Che fine faranno invece le meravigliose proprietà immobiliari dell’ex Cavaliere? È un po’ la domanda che si fanno tutti gli estimatori di Berlusconi e chi gli ha voluto bene. A chi andranno la sontuosa Villa San Martino ad Arcore? Chi godrà del belvedere della residenza estiva presso Porto Rotondo in Sardegna, la nota Villa Certosa? E le proprietà, almeno due, di Antigua e Bermuda? Ciò senza contare gli appartamenti a Milano, Villa Tattilo, Villa Campari, il teatro Manzoni e molto altro. Per immaginare la portata di questo patrimonio, basti ricordare che il suo costo di mantenimento si aggira intorno ai dieci milioni di euro. La risposta non la conosciamo, ma non tarderà ad arrivare. Sappiamo infatti che prossimamente sarà reso pubblico a tutti per volere degli eredi. C’è però una indiscrezione. Pare che alla compagna Marta Fascina sia stato riservato l’uso della villa di Arcore, per cinque anni dalla morte, e l’appannaggio di cento milioni.

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