Un comunicato per precisare le “non responsabilità” di una morte che non si sa se si sarebbe potuta evitare. Quella di ieri a Ostia è stata una giornata nera. Un uomo è morto mentre passeggiava in acqua. Un bagno rinfrescante durante una passeggiata. Lui, Arnaldo Talevi, 83enne che si trovava in spiaggia con la moglie tedesca, non sarebbe dovuto entrare in mare, perché in quel tratto – quel lungo tratto – non è sorvegliato dagli assistenti bagnanti. Come non lo era lo scorso anno.
Non si trovano bagnini? Non rispondono agli appelli disperati del Comune? Da quanto ci è stato riferito proprio da alcuni esponenti di categoria, le condizioni poste dall’amministrazione non sarebbero accettabili a livello economico, per questo nessuno ha risposto. Ma torniamo alle parole del minisindaco Mario Falconi.
Falconi: “Fatto tutto quanto in nostro potere”
“Esprimo con grande dolore il mio cordoglio, e quello di tutto il Municipio X di Roma Capitale, per i fatti avvenuti oggi pomeriggio sulla spiaggia libera “Senape”. Dalle prime indagini sembrerebbe essersi trattato di un malore avvenuto nelle ore più calde della giornata, per il quale purtroppo a nulla sono serviti i tentativi di rianimazione operati dal 118”, ha dichiarato ieri sera il Presidente del Municipio X Mario Falconi.
“Di fronte ad eventi così dolorosi, anche in qualità di medico, preferisco rivolgere le mie più sentite condoglianze alla famiglia della vittima, tralasciando le inutili speculazioni che puntualmente vengono portate avanti in tali occasioni. Difendo con forza l’operato dell’amministrazione e di Roma Capitale per aver fatto tutto quanto in nostro potere per garantire il miglior servizio possibile e l’osservanza delle prescrizioni di legge, come accertato dalla Capitaneria di Porto e dalla Magistratura”, ha concluso il Presidente Falconi.
Un cartello multilingue per non avere problemi
A fronte delle parole di Falconi restiamo interdetti. Il comunicato, infatti, è stato diramato ieri sera alle 20:57. Vorremmo comprendere come può la Magistratura aver già effettuato degli accertamenti dopo poche ore dall’accaduto. Precisiamo che il 118 è arrivato dopo le chiamate dei bagnanti e che l’uomo è stato soccorso proprio dalle persone presenti, che non avevano alcuna preparazione medica. Nessuno, quindi, nei primi – fondamentali – minuti del malore dell’uomo ha potuto dare un aiuto “vero”, ovvero fare un massaggio cardiaco oppure usare un defibrillatore. Perché non c’erano né le persone preposte a farlo né il macchinario. Se ci fosse stato un bagnino (vi ricordate Alin Stoian? Grazie ai suoi interventi sono state salvate diverse persone…) chissà se adesso staremmo raccontando un’altra storia…
Il corpo dell’uomo alle 20:00 passate era ancora sulla battigia, in attesa di essere portato via. Ma, a parte questo, vorremmo capire come si possa affermare che l’amministrazione municipale, così come quella di Roma Capitale, abbiano fatto “tutto quanto in nostro potere per garantire il miglior servizio possibile“. Sicuramente l’osservanza delle prescrizioni di legge è stata rispettata, visto che basta mettere un cartello multilingue per segnalare l’assenza dei bagnini. Poi è tutto a rischio e pericolo di chi entra in acqua o sta in spiaggia.
È davvero questo il miglior servizio?
Ma questo non significa “garantire il miglior servizio possibile”, almeno secondo coscienza. Forse con parametri molto, ma molto bassi. Perché avere il mare, come lo ha Ostia, e non poter fare il bagno non significa garantire il miglior servizio possibile. Significa non poterne godere. Significa essere costretti ad andare altrove. Significa che l’amministrazione ha fallito. Sì, la legge è stata rispettata. Ma i cittadini no. Quelli che non possono pagare gli stabilimenti, quelli che non possono allontanarsi troppo dalle loro abitazioni perché disabili o con problemi di deambulazione, quelli che vorrebbero fare un bagno nella pausa pranzo dal lavoro e hanno i minuti contati.
Spieghiamolo a loro, che questo è il miglior servizio possibile. Un cartello multilingue che scarica ogni responsabilità. E a quell’uomo morto ieri (come all’uomo morto l’anno scorso), che ha avuto la “grave colpa” di volersi bagnare in acqua perché magari aveva caldo, diamo tutta la responsabilità dell’accaduto. Poteva leggere il cartello. O restare a casa. O andare in un lido con bagnino e defibrillatore. Benvenuti a Ostia, dove troverete il “miglior servizio possibile”.