Roma è una città che da anni soffre di una grave emergenza rifiuti, causata da una gestione inefficiente e da una carenza di impianti adeguati. Per cercare di risolvere il problema, il sindaco Roberto Gualtieri ha deciso di realizzare un mega inceneritore a Santa Palomba, una zona periferica a sud della capitale, confinante con il comune di Pomezia. Si tratta di un progetto che ha suscitato molte polemiche e opposizioni, sia da parte dei cittadini che dei comuni limitrofi, preoccupati per le conseguenze ambientali e sanitarie di un impianto che brucerebbe 600 mila tonnellate di rifiuti l’anno.
L’inceneritore a Santa Palomba: una soluzione o un problema?
L’inceneritore è presentato dal Campidoglio come una soluzione necessaria e moderna per smaltire i rifiuti e produrre energia. Tuttavia, molti esperti e associazioni ambientaliste contestano questa visione, sostenendo che l’incenerimento è una tecnologia obsoleta e dannosa, che produce emissioni inquinanti e residui tossici, come le ceneri e gli scarti di depurazione dei fumi. Queste sostanze possono avere effetti negativi sulla salute umana e sull’ecosistema, causando malattie respiratorie, cardiovascolari e tumorali, oltre a contribuire al cambiamento climatico. Inoltre, l’inceneritore sarebbe in contrasto con la strategia europea per l’economia circolare, che punta a ridurre la produzione di rifiuti e a favorire il riciclo e il recupero dei materiali. Bruciare i rifiuti significa infatti distruggere risorse preziose che potrebbero essere riutilizzate o trasformate in nuovi prodotti. L’inceneritore rappresenta quindi un ostacolo alla transizione verso un modello di sviluppo più sostenibile ed efficiente.
La protesta dei cittadini
Di fronte al progetto dell’inceneritore, si è mobilitata una vasta rete di comitati e associazioni, che hanno organizzato diverse iniziative di sensibilizzazione e protesta. Tra queste, un sit-in lunedì 3 luglio sotto la sede del IX Municipio, in viale Ignazio Silone 100, al quale è prevista la partecipazione di 100 persone. Lo scopo è quello di rivendicare il diritto alla salute e all’ambiente, minacciati dal “mostro” di Santa Palomba. I manifestanti chiedono anche il rispetto delle norme urbanistiche e archeologiche, visto che l’area individuata per l’inceneritore sarebbe troppo piccola e soggetta a vincoli. Infine, i cittadini si appellano al governo e alla Regione Lazio, affinché intervengano per bloccare il progetto.
L’appello del Comitato No Inceneritore a Santa Palomba
“Lunedì 3 luglio dalle 17.30, a trentasei ore dall’ udienza al TAR, ci troviamo insieme a tutte le realtà associative e comitati per un’assemblea pubblica davanti al Municipio per rivendicare il nostro diritto alla salute perché il mega inceneritore a Santa Palomba mina un diritto fondamentale riconosciuto dalla Costituzione.
Ci stiamo battendo a mani nude contro il fronte unico dell’incenerimento che si ritiene invincibile. Ma così non è e dipende anche da ognuno di noi.
Comitati e associazioni sono tutti uniti contro il mostro che porta i veleni dei suoi fumi: ora unisciti anche tu, porta i tuoi figli perché è soprattutto la loro salute a essere in pericolo! Ti aspettiamo il 3 luglio per la nostra manifestazione di piazza! Aiutaci a diffondere!”.