Senza saperlo, il suo gesto avrebbe scatenato una catastrofe. Non è una scena di un film comico, ma la cruda realtà: un addetto alle pulizie al Rensselaer Polytechnic Institute (RPI) di Troy, nello stato di New York, ha spento per errore il freezer di un laboratorio, dove riposavano campioni di cellule e altri tesori della ricerca. Conseguenza? Anni e anni di studio scientifico andati in cenere e una richiesta di risarcimento milionaria, come emerge dalla denuncia legale presentata dall’istituto contro la ditta di pulizie “Daigle Cleaning Services”.
L’episodio si è verificato il 14 settembre 2020. Secondo il Times Union, il bidello aveva schiacciato un pulsante, ignaro delle sue implicazioni, per far tacere un «insopportabile allarme sonoro». In questo modo, una gran parte del materiale biologico custodito nel frigo, era passato da – 44,5 a – 3,5 gradi Celsius, rovinandosi irrimediabilmente. Tutto ciò sarebbe accaduto, secondo l’accusa, malgrado ci fosse un cartello ben visibile, appeso alla porta del laboratorio, che spiegava come silenziare l’allarme del freezer senza provocare danni.
Una perdita irreparabile
Nel freezer erano racchiusi oltre 20 anni di ricerca, tra cui colture cellulari e campioni, legati al Centro Baruch ’60 per la ricerca biochimica sull’energia solare, guidato dalla professoressa K.V. Lakshmi. Si trattava di uno dei laboratori più all’avanguardia al mondo nel settore della fotosintesi artificiale, ovvero la creazione di energia rinnovabile dalla luce solare e dall’acqua. La ricerca mirava a scoprire nuovi materiali e processi per trasformare l’energia solare in combustibili ecologici e per abbattere le emissioni di gas serra. La professoressa Lakshmi era stata premiata con numerosi fondi e onorificenze per il suo lavoro innovativo, tra cui una borsa di studio da 2 milioni di dollari dalla National Science Foundation nel 2019. La distruzione dei campioni cellulari ha vanificato anni di fatica e investimenti e ha frenato enormemente il progresso della ricerca.
Una causa milionaria
L’istituto RPI ha deciso di citare in giudizio l’impresa di pulizie Daigle Cleaning Services, accusandola di negligenza, imprudenza e mancanza di supervisione adeguata del proprio dipendente. L’istituto chiede un risarcimento superiore a un milione di dollari per i danni materiali e morali subiti. L’impresa di pulizie si sarebbe difesa sostenendo che il bidello non era a conoscenza delle conseguenze del suo gesto e che non aveva ricevuto istruzioni specifiche sul funzionamento del congelatore. Inoltre, ha contestato l’entità dei danni richiesti dall’istituto, affermando che non sono stati forniti elementi sufficienti a dimostrare il valore dei campioni distrutti.
Una lezione da imparare
Il caso del bidello che spegne il frigo dell’università è un esempio emblematico di come un piccolo errore possa avere conseguenze devastanti per la scienza e per la società. Si tratta anche di una lezione da imparare per tutti coloro che lavorano in ambito accademico e scientifico: è fondamentale proteggere adeguatamente i propri dati e materiali di ricerca, sia da eventuali guasti tecnici che da possibili azioni umane involontarie o intenzionali. Infine, è importante sensibilizzare e coinvolgere tutti gli attori coinvolti nella gestione e nella manutenzione degli spazi e delle attrezzature di ricerca, affinché siano consapevoli dell’importanza e della delicatezza del loro ruolo.