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Roma, «Ti ammazzo!»: massacra la moglie di botte fino ad ucciderla

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18enne violentata ad Anzio

Maltrattamenti, lesioni aggravate e sottrazione di minore. Queste le accuse delle quali dovrà rispondere un 39enne di origini rumene, diventato nei confronti della moglie un vero e proprio aguzzino. La donna è deceduta il 15 gennaio del 2021, molto probabilmente anche a causa delle ripetute violenze subite. Pugni, calci, umiliazioni e allontanamento della figlia: questo quanto la vittima era costretta a subire. Diverse le volte in cui si è reso necessario l’intervento, il ricorso in ospedale per curare le ferite derivanti dalle aggressioni del marito. 

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Le continue violenze anche davanti alla figlia 

Violenze fisiche e piscologiche erano, purtroppo, all’ordine del giorno e gli episodi si verificano anche alla presenza della figlia minore, che all’epoca dei fatti aveva solamente 5 anni. Tuttavia, la piccola aveva una piena consapevolezza di quanto accadeva alla madre anche se non poteva farci nulla. Un vero e proprio incubo quello vissuto dalla vittima e che si riverberava anche sulla piccola. Per i fatti è in piedi un processo nel tribunale di Roma ed ora spetterà ai giudici fare chiarezza sulla vicenda. 

Le minacce e la morte 

Non sono aggressioni. Come se non bastasse, anche le minacce erano all’ordine del giorno. Le diceva che l’avrebbe trovata ovunque fosse andata ma non solo. La minacciava di portare via la figlia se solo lo avesse denunciato, cosa che poi nell’estate del 2020 è diventata realtà. In questo frangente la donna aveva sporto denuncia per le violenze subite e lui, di tutta risposta, aveva portato la bambina dai suoi familiari in Romania per farla vivere lì contro la volontà materna. L’uomo impediva anche alla donna di chiedere aiuto ai familiari, nonché di effettuare i necessari accertamenti medici. Le sue condizioni di salute erano infatti precarie a cause delle tante percosse subite. A gennaio del 2021 la situazione precipita: la donna dopo l’ennesima scarica di calci e pugni cade per terra e, in concorso con l’aggravarsi delle sue patologie riscontrate dall’autopsia, muore una decina di giorni dopo l’ultima aggressione del marito. 

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