Ex Tacconi a Pomezia, nulla di fatto. Vincono i cittadini e le associazioni. La lottizzazione, che avrebbe consentito – attraverso una variante urbanistica approvata il 27 ottobre 2020 dal consiglio Comunale guidato dal sindaco del Movimento 5 Stelle Adriano Zuccalà – la la realizzazione delle cubature del progetto originario, ovvero 140.000 mc di cemento, che sarebbero state tutte rilocalizzate intorno alla ex fabbrica “Tacconi”.
Ma le battaglie fatte in questi anni hanno portato alla sentenza emessa nei giorni scorso dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, che ha annullato le decisioni prese dall’amministrazione comunale pometina, dando ragione alla tesi portata avanti dall’Associazione Latium Vetus APS, che denunciava “lo scellerato piano integrato” mettendone in evidenza tutte le criticità.
La sentenza del TAR
La delibera del 2020 aveva “Cancellato in un colpo solo sette anni di battaglie contro lo scellerato piano integrato, con gravi conseguenze per il territorio e per i vicini quartieri della Macchiozza, dei Sedici Pini e dei Colli di Enea”, avevano sempre sostenuto dall’Associazione Latium Vetus. La zona, situata nei pressi di una delle più belle aree verdi di Pomezia, si trova a pochissimi metri dal geosito dei laghetti della “ex Cava Tacconi”. I problemi avrebbero inoltre riguardato anche la viabilità, già compromessa.
Il Tar ha accolto le tesi dell’Associazione, che oggi in un comunicato “festeggia” il risultato ottenuto. “Storica sentenza del TAR, che ha annullato la lottizzazione ‘ex Tacconi’ rimodulata nel 2020 dall’amministrazione comunale del Sindaco Adriano Zuccalà e dal Consiglio comunale a guida Movimento 5 stelle. Sono state accolte le tesi sostenute per anni dall’Associazione Latium Vetus APS, che per prima aveva denunciato le criticità della lottizzazione così come riesumata dall’amministrazione comunale pentastellata. In pratica, una enorme colata di cemento ottenuta rimodulando il vecchio progetto per mezzo di una procedura semplificata, la cosiddetta ‘variante non sostanziale’, con la quale si perveniva in tempi più rapidi alla definitiva approvazione.
Un artificio giuridico del Movimento 5 stelle, perpetrato ai danni del territorio e dei cittadini. Sì perché il progetto lottizzatorio ‘ex Tacconi’, vecchio piano risalente ai tempi della giunta a guida Partito Democratico del Sindaco Enrico De Fusco, era stato annullato nel 2016 a causa di una serie di pesanti criticità urbanistiche, ma poi era tornato in pista proprio a causa della delibera n. 47/2020 votata dal Consiglio comunale di Pomezia, con la quale il medesimo organo aveva annullato il precedente annullamento dell’intera lottizzazione”, fanno sapere dall’Associazione.
Convenzione urbanistica a tempi di record
“Barattare un vecchio insediamento industriale ormai dismesso con un nuovo ecomostro di palazzine da edificare su terreni agricoli e, anche, inedificati è una strana idea di riqualificazione”, sostengono dall’associazione, che pregia di aver sostenuto le tesi corrette.
“I giudici amministrativi, infatti, hanno annullato non solo la delibera consiliare, ma anche la determina dirigenziale e la convenzione urbanistica siglata in tempi record dall’Ufficio Tecnico con il proponente privato, la Petromarine Italia Srl, impresa fuoriuscita dalla galassia societaria del patron dei rifiuti Manlio Cerroni”.
Alla base della decisione del TAR, proprio l’illegittimità della procedura seguita dal Comune, ovvero l’impossibilità di avvalersi della ‘variante non sostanziale’ per l’approvazione di quello che, praticamente da subito, era apparso come un nuovo e impattante progetto urbanistico: 140 mila metri cubi di cemento da realizzare in area agricola, in località Campo Selva, tra Pratica di Mare e Torvajanica”.
Leggi la sentenza: Tar Lazio sentenza n. 10627 del 22.06.2023 – Copia
La battaglia
“Siamo estremamente soddisfatti”, dichiarano dal Consiglio direttivo di Ass. Latium Vetus “Abbiamo portato avanti per tre anni questa battaglia che ha scongiurato la devastazione di una zona agricola di grande pregio storico e paesaggistico ambientale del territorio di Pomezia, ubicata ad un solo chilometro dall’area archeologica dei XIII Altari di Lavinium! Un particolare grazie va a Giacomo Castro, storico ex presidente di Ass. Latium Vetus e al collegio legale dell’associazione per l’impegno profuso in tutti questi anni per difendere questa porzione del nostro territorio pometino, così come ai tanti attivisti e ai consulenti tecnici che hanno messo a disposizione risorse e capacità affinché questa devastazione non vedesse mai la luce.
Continueremo a batterci per assicurare la legalità a Pomezia e per imporre un nuovo modello di urbanistica, sostenibile, rispettosa delle valenze ambientali, del patrimonio culturale e paesaggistico e della risorsa più preziosa che oggi abbiamo, il nostro territorio di pregio”.