È stato
aggredito e massacrato di botte in pieno centro a Tivoli, in quella che sarebbe dovuta essere una tranquilla domenica. Colpi talmente forti che non hanno lasciato scampo ad
Alessandro Castellaccio, morto dopo 5 giorni di agonia. La notizia arriva come un fulmine a ciel sereno, annunciata questa notte da un amico attraverso un post su Facebook: “Purtroppo Alessandro, il ragazzo aggredito, non ce l’ha fatta, il gruppo si stringe alla famiglia”.
L’aggressione mortale
Alessandro Castellaccio, 40enne di Tivoli, era stato protagonista di una discussione. Una come tante, ma con un epilogo tragico. L’uomo era infatti poi stato aggredito da un gruppo di stranieri, di etnia romena, e picchiato selvaggiamente. Lui e uno straniero erano finiti in ospedale. Ma ad avere la peggio era stato Alessandro, massacrato senza pietà a pochi passi da un bar in via Domenico Giuliani.
Sul posto erano intervenuti i sanitari del 118. Il romeno era stato trasferito in ospedale, al San Giovanni Evangelista di Tivoli, e se la caverà con 25 giorni di prognosi. Alessandro invece era statoportato al Policlinico Umberto I di Roma in prognosi riservata. Ed è lì che che è morto, nonostante gli sforzi dei medici. Le fratture e l’emorragia cerebrale riportati erano troppo gravi per potergli dare speranze.
Le indagini
Adesso i carabinieri, che erano intervenuti in occasione della lite, dovranno appurare come si siano svolti esattamente i fatti. Chi ha colpito Alessandro in quella che era inizialmente una lite tra due persone e che, invece, sembra essere stato un pestaggio da parte di altri arrivati per difendere la persona che stava discutendo il giovane ora deceduto. In ogni caso, per il romeno coinvolto nella lite, che inizialmente aveva pendente una denuncia per lesioni gravissime, adesso ci sarà quella per omicidio.
Intanto gli amici di Alessandro, detto scherzosamente “sceriffo”, lo ricordano così sul web. “Ciao Ale.. eri l’unico amico che mi faceva arrabbiare, ma subito dopo, solo vedendoti sorridere mi passava tutto… Come quando il giorno del nostro matrimonio volevi per forza uscire con noi dalla chiesa: te volevo ammazzà, ma poi con quel tuo sorriso buono e bello hai fatto uscire una risata anche a me… Mi dispiace, Ale, mi dispiace un casino, perché non doveva andare così per niente… nessuno dovrebbe morire per mano di altri…e nessuno dovrebbe morire in questo modo… non lo meritavi, per il tuo cuore buono, pazzo, ma buono. Mi dispiace, avremmo dovuto festeggiare tra poco una cosa bella e lo sai quanto Lino ci sta male… Adesso vola tra gli angeli, ciao Ale”, scrive Valentina.
“Quante cazzate insieme… nell’epoca dei motorini truccati, le impennate intorno alla panoramica, le canne al vicoletto, le risse a Cassiano. Quando l’infanzia, anche se brutta, è piena di amici fa dimenticare tutto. Ciao amico mio, ciao Sceriffo. L’ultima volta mi hai mandato la foto di una moto e così l’ho fatta. Anche se non ci vedevamo da anni, sei stato parte della mia vita”, aggiunge Luca. E ancora Claudio: “Niente e nessuno potrà riportarti indietro, senza di te tutti si sentiranno soli, ci mancheranno per sempre i tuoi sorrisi la tua generosità. La tua assenza sarà dura da sopportare per tutte le persone che ti hanno conosciuto, sei volato in cielo e l’unica cosa che possiamo fare è continuare a viverti portandoti nel cuore dei nostri ricordi. R.I.P. amico mio”.