Si torna a parlare di granchio blu nel mare del Litorale Romano, con il crostaceo proveniente dall’Oceano Atlantico che sta portando oggettivi problemi all’interno dell’ecosistema dei nostri mari. Infatti, l’animale in cima alla catena alimentare delle nostre coste, non ha predatori almeno in natura. L’unico che può catturarlo, e quindi mangiarlo, rimane l’uomo.
I danni del granchio blu sull’ecosistema del Litorale Romano
L’animale oceanico, probabilmente arrivato con un trasporto di crostacei marittimo e poi nidificato nei nostri mari, sta comportando numerosi danni sul piano ambientale e anche economico. In tal senso, il crostaceo si ciba prevalentemente di vongole e telline, molluschi caratteristici del nostro mare e fondamentali sia sul piano ambientale che dell’economia legata alla pesca. I pescatori, infatti, già da mesi lanciano l’allarme sulla presenza scarsa di questi caratteristici molluschi nei nostri mari e, di conseguenza, nei mercati del pesce presenti su tutto il Lazio.
I pescatori: “Catturate e mangiate il granchio blu”
L’allarme per telline e vongole, è stato lanciato dai pescatori e ricondiviso anche dai grandi chef di pesce che operano su Roma. Tutti hanno dato l’identico consiglio: “Pescate e mangiate il granchio blu”. Su YouTube, già girano numerose ricette con il crostaceo oceanico, che l’uomo dovrebbe cacciare per salvaguardare gli habitat del proprio mare. Dopotutto, lo stesso uomo probabilmente è responsabile della venuta di questo animale all’interno delle nostre coste lidensi, rendendosi protagonista di un danno di inestimabile valore.
L’azione del granchio blu nei nostri mari
Secondo gli studi effettuati sull’animale, il crostaceo avrebbe nidificato alla foce del Tevere nella zona di Roma. In tal senso, i territori più toccati dall’azione del granchio blu sono le acque che bagnano Ostia, Fiumicino, Isola Sacra, Focene e Fregene. Aree dove storicamente i pescatori sono attivi, lamentando già da almeno un anno l’azione dannosa del crostaceo oceanico all’interno del nostro mare.
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