Si è sentito male in strada di notte, da solo. E ha creduto di morire, non riuscendo nemmeno a chiamare i soccorsi. È collassato, sbattendo violentemente la testa contro il marciapiede. Intorno a lui, chi credeva fosse un “tossico” e per questo, invece di chiamare i soccorsi, lo filmava sghignazzando. E intanto Marco, senza nessuno che lo aiutasse, rischiava di finire male.
Il malore improvviso
È successo la notte tra venerdì 9 e sabato 10 giugno a Roma, nel quartiere Massimina. A raccontare cosa è accaduto nel dettaglio è Marco, il protagonista. “Ero da poco rientrato a casa dal lavoro, in via Casal Lunbroso. A mezzanotte meno un quarto ho sentito al telefono la mia compagna, per dirle che era tutto a posto. Ma pochi minuti dopo ho avvertito uno strano malessere. Ho pensato allora di scendere in strada per prendere un po’ di aria fresca, credendo che sarebbe passato tutto”.
Ma le cose sono andate diversamente. “Ho iniziato a camminare verso il negozio di tabacchi, nella speranza di incontrare qualcuno a cui chiedere aiuto”. Ma appena arrivato nei pressi del negozio, Marco, 47 anni, inizia a sentirsi male sul serio. Pur essendo un donatore di sangue in perfetta salute, inizia ad avere dei capogiri che lo costringono a piegarsi sulle ginocchia. Sbatte violentemente la testa sul marciapiede. “Ho perso i sensi e sono rimasto svenuto a terra, senza la possibilità di dire nulla”.
Scambiato per un tossicodipendente
Marco trascorre circa un’ora a terra senza conoscenza. Eppure passano diverse persone. Ogni tanto il 47enne ha qualche cenno di ripresa e riesce a percepire delle presenze. “Sentivo delle voci, anche se non riuscivo a muovermi. Qualcuno che si avvicinava, poi si allontanava. Gente che diceva: ‘Ma ‘sto tossico ‘de merxxa’, ma chi è ‘sto barbone, lascialo schiattà là’ . Hanno persino fatto un video. Un’altra coppia si è avvicinata, ma solo per dire “No, andiamocene, altrimenti ci aggredisce”. Ma Marco riesce solo a sentire, non può muoversi, è in preda a una sincope.
Ormai è quasi l’una di notte, è a terra da un’ora e nessuno lo ha aiutato. È a questo punto che passa un angelo. Con le vesti di una donna. Lei, al contrario di tutti gli altri, si avvicina e chiede a Marco se ha bisogno di un’ambulanza. “Ho fatto cenno di sì con la testa, non ce la facevo a parlare”, spiega l’uomo. “Poi ho perso di nuovo i sensi, mi sono risvegliato nel tubo della tac, in ospedale”.
“Voglio dire grazie a quell’angelo”
“In ospedale mi hanno riscontrato un trauma cranico, successivo alla sincope che mi era venuta. Sono stato ricoverato, ma il giorno dopo ho firmato per tornare a casa, dopo aver fatto tutti gli accertamenti. Adesso che sto bene vorrei ringraziare quella donna. Senza di lei non so dove potrei essere in questo momento. Tutti gli altri mi avevano lasciato lì, oltretutto insultandomi. Eppure ero vestito bene, non ho certo l’aria di un tossicodipendente. E, in ogni caso, di fronte a una persona che sta male, un’ambulanza andrebbe sempre chiamata”.
Marco adesso lancia un appello per ritrovare il suo “angelo”. Per questo ha anche affisso un cartello sulla parete del tabaccaio in via di Casal Lumbroso dove la notte di venerdì la donna è arrivata – verso l’una – in suo aiuto. “L’ambulanza è arrivata intorno all’una e trenta, da quello che so”. Nel foglio, vergato a mano, Marco ha scritto: «Vorrei ringraziare di cuore il passante che dalle ore 00:00 del 9 giugno alle ore 1:30 del 10 giugno ha chiamato il 112 per prestarmi soccorso. Sono rimasto a terra per più di un’ora per un malore improvviso e sono stato salvato. Per favore, mi chiami?». La donna può scrivere alla nostra redazione: saremo ben felici di metterla in contatto con Marco.
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