Povertà ‘alimentare’ a Roma. Una ricerca dell’Osservatorio Insicurezza e Povertà Alimentare promosso dal Consorzio Universitario per la ricerca Socioeconomico e per l’Ambiente e Città metropolitana Roma Capitale ha evidenziato i quartieri della città dove esiste una condizione non florida, in cui i cittadini non riescono a poter contare su una quantità sufficiente di alimenti sani e nutrienti rispetto al fabbisogno personale.
L’indagine che ha reso chiara la situazione di povertà alimentare
L’indagine, come riporta La Repubblica, è stata presentata al Macro di Testaccio in occasione dell’evento “Tutti a tavola? Inseriamo il diritto al cibo tra i diritti fondamentali dei cittadini”, facendo emergere una situazione di disagio alimentare a Torpignattara, Tor Bella Monaca, Centocelle, Cinecittà.
Quali sono i quartieri dove si registrano situazioni di criticità
La ricerca è stata preziosa per comprendere qual è la condizioni effettiva nelle varie zone di Roma, dove esiste una situazione di ‘indigenza’ legata all’alimentazione, consentendo di mettere in evidenza come nei Municipi V, VI, VII si registrino situazioni di criticità. Ma come in tutte le analisi, c’è anche una situazione di benessere nella quale si trovano i Municipi del centro storico di Roma, mentre si trovano in condizioni di ulteriore prosperità i romani che risiedono nel II municipio, tra Parioli e Flaminio.
Stipendi insufficienti al fabbisogno
Ma il dato da tenere in considerazione è la disponibilità economica, e quindi, il guadagno dei cittadini che, sempre secondo la ricerca, nelle zone di maggiore difficoltà dovrebbero integrare il loro reddito del 115 per cento per riuscire a rispondere al fabbisogno alimentare sano e di qualità. Non esiste solo Roma, ma anche tutti quei Comuni che si trovano nella sua provincia, per i quali diventa difficile accedere al cibo di qualità. Pertanto si registrano anche 4 zone critiche: Poli, Capranica Prenestina, Percile, Vallepietra.
Le incertezze e lo spreco alimentare
Sono anche altri i dati che sono emersi dallo studio e cioè che i genitori single o anche le persone sole ad avere maggiori incertezze alimentari. Seppure è stato rilevato un dato dissonante, quello relativo allo spreco alimentare, il 71 per cento di famiglie, soprattutto con minori, spreca cibo. Mentre coloro che vivono da soli sono quelle che gestiscono meglio, buttando solo il 20 per cento di cibo.
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