Il Giro d’Italia è terminato da meno di quattro ore. Tutto il “circo” che ha accompagnato l’organizzazione sta smontando. E in molti, a partire dagli automobilisti che per raggiungere familiari o posti di lavoro hanno impiegato ore invece che pochi minuti, tireranno un sospiro di sollievo. Altri, invece, hanno già tirato le somme. Come l’assessore ai Lavori pubblici di Roma Capitale Ornella Segnalini. Per lei, “Rivedere il Giro d’Italia a Roma è una grandissima emozione. Con gli assessori Onorato e Alfonsi abbiamo voluto con decisione cambiare passo rispetto al passato e presentare una città adeguata ad accogliere un evento di questa portata. Per l’enorme lavoro svolto con competenza e impegno fuori dal comune, sulla tratta del giro e in particolare sulle pavimentazioni storiche, ringrazio il Dipartimento Csimu, il dipartimento che si occupa dei lavori pubblici e infrastrutture, che ogni giorno si prende cura delle nostre strade. Complimenti infine per la vittoria del Giro di Primoz Roglic e quella di Tappa di Mark Cavendish”.
Un successo. Certo, per chi, lontano da Roma, magari da tutt’altra parte e non essendo mai stato nella Capitale, ha visto in tv la tappa conclusiva del Giro d’Italia tutto sarà sembrato splendido, con una tale cornice: la città più bella del mondo. Tutto perfetto, tutto pulito. Ma sarebbe bastato fare un solo passo in più per scoprire una Roma totalmente diversa, nell’aspetto, nei colori e negli odori.
Il malcontento dei cittadini in tutti i quartieri
Dal centro alle periferie, la città è sporca, con cassonetti traboccanti e marciapiedi colmi di buste di spazzatura. Le strade sono dissestate e piene di buche, se si aprono le voragini restano lì per mesi o addirittura per anni. Si mettono le Ztl, ma i sistemi di trasporto pubblico sono un disastro per chi abita in città ma soprattutto per chi vive nell’hinterland ed è costretto a venire nella Capitale per lavoro. E a tutto questo va aggiunto il degrado ovunque. Erba alta che impedisce di camminare nei marciapiedi, vegetazione incolta che rende difficoltoso vedere i cartelli stradali e quindi guidare con tranquillità.
Bivacchi e accampamenti di persone che urinano e defecano all’aria aperta, senza alcun rispetto per chi passa. L’olezzo pungente che permane nelle narici, segno che è un’abitudine, non un gesto fatto “una tantum” per emergenza. E questo accade in pieno centro come in periferia. Davanti ai turisti sgomenti, davanti ai bambini, davanti agli automobilisti fermi in coda ai semafori.
Va tutto bene
Ma nessuno fa niente. Anzi, così come ha appena fatto l’assessore Segnalini, ci si vanta che sia stata presentata “una città adeguata ad accogliere un evento di questa portata“. Adeguata? Perché non si sentiva la puzza? Perché non si vedevano i cumuli di rifiuti delle decine di discariche a cielo aperto? Perché non si vedevano i tanti crateri dove ogni giorno gli automobilisti tirano giù i santi del paradiso perché hanno bucato una ruota?
Perché gli atleti non avevano percepito la sensazione di pericolo che si sente ogni volta che si passa nella zona della stazione Termini, dove ormai tra borseggiatori, rapinatori, drogati e ubriaconi non si sa cosa potrebbe capitare? Certo, ci sono altre zone che presentano gli stessi problemi, ma questo non consola, anzi… Forse i politici, tutti, a partire da sindaco e assessori, dovrebbero uscire dal palazzo e iniziare a girare. A piedi, non con l’auto blu. Magari con i mezzi pubblici, bus e metro. E rendersi conto di cosa vivono i romani. Arrivare pure fino a Ostia. Capire cosa succede nella città che governano. Cosa vedono realmente i turisti che magari hanno messo da parte per anni i loro soldi per vedere la città più bella del mondo e, arrivati qui, non vedono l’ora di scappare, delusi da quello che si trovano davanti agli occhi.
Roma nel degrado
Da romana, pur amando svisceratamente la mia città, mi vergogno di come è ridotta. E non capisco come non provino lo stesso sentimento tutti coloro che vogliono bene a questa città, a partire proprio da chi la governa o da chi l’ha governata in passato. Il confronto con le altre grandi città ci vede sempre e comunque perdenti. Il degrado che ha accompagnato Roma in questi decenni – con brusca accelerata negli ultimi anni – ci ha fatto scivolare in fondo alle classifiche, mentre le altre città si rifacevano look e nomea in positivo.
A parole, almeno fino a quando si è all’opposizione, sono tutti bravi. Con i fatti, però, i risultati non ci sono mai. O sono talmente irrisori da passare inosservati rispetto alla montagna di problemi rimanenti. Dulcis in fundo, il problema delle spiagge di Ostia. A stagione ormai inoltrata non ci sono bagnini, le spiagge libere sono ancora senza affidamento (4 su 6), i cittadini segnalano (documentandolo con foto) che sono sporche. Raggiungere Ostia con il trenino è un odissea, ma andarci con l’automobile è una scommessa, visto che non ci sono parcheggi e si rischia la multa per divieto di sosta. Anche qui si fa di tutto per allontanare il turista, invece di attirarlo.
Gualtieri: “Puntiamo ai grandi eventi”
Ma tutto questo non è certo una novità. Per il Giro d’Italia si è dato lustro al tratto interessato. Intanto ci si sta battendo per vincere la candidatura per l’Expo 2030. Proprio alla partenza della tappa di oggi Gualtieri lo ha ribadito. Roma punta ai grandi eventi. Culturali, artistici. “Rilanciano Roma sulla scena globale, noi abbiamo delle carte che pochi o nessuno hanno. I grandi eventi ci darebbero anche un grande ritorno economico”, ha detto. “La gara di oggi è anche un grande sostegno ad Expo 2030. Il Giro sostiene Expo in modo visibile, rilanciando la capacità di Roma di accogliere tante persone e tanti eventi”. Ma forse, prima di spingere per l’Expo, sarebbe il caso di fare anche un altro giro. Per la città, insieme ai cittadini.