Ultima Generazione. ”Incollati” alla base della statua di Laocoonte all’interno dei Musei Vaticani, con tanto di striscione che recitava ”no gas no carbone”. Proprio nella giornata di ieri, giovedì 25 maggio 2023, i due ambientalisti italiani che avevano preso parte all’incursione, hanno dovuto affrontare la seconda udienza del processo per l’azione.
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Processo per i due attivisti di Ultima Generazione
Intanto, però, il senso di tutto questo è sempre più chiaro: ”Come Laocoonte, scienziati e attivisti sono i testimoni che cercano di avvertire chi li circonda sulle conseguenze che le azioni di oggi avranno sul futuro. Come Laocoonte, scienziati e attivisti non vengono ascoltati o, peggio, vengono messi a tacere dalla politica, più interessata a difendere i privilegi di una minoranza che a provvedere al bene della collettività” – aveva spiegato chiaramente il collettivo di Ultima generazione in una nota diramata in occasione della protesta simbolica portata avanti, in un luogo altrettanto simbolico, almeno da un punto di vista mediatico.
Si erano ‘incollati’ al Laocoonte dei Musei Vaticani
Al tempo di quella protesta, la risonanza mediatica, infatti, fu altissima: le immagini dei due attivisti coinvolti fecero il giro del mondo, e proprio da quel momento, il numero dei blitz, delle proteste improvvise, con striscioni, vernici lavabili o fango, sono aumentate esponenzialmente, così come anche le denunce contro gli autori. Il Vaticano, ad ogni modo, condanna fermamente l’operato degli attivisti, o ”ecovandali” come qualche esponente politico ha voluto etichettarli: ”Nell’attenzione alle opere d’arte, che da secoli sono patrimonio dell’umanità e che diventano meta di turisti del mondo intero, è utile ribadire che la loro protezione – dichiara il Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, monsignor Rino Fisichella, in un documento del Vaticano sul turismo – è responsabilità di tutti e per questo si deve condannare con convinzione ogni forma di violenza che attenta alla loro conservazione”.
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