Chiesto dalla Procura il rinvio a giudizio con l’accusa di omicidio colposo per i due medici che si sono occupati del bambino deceduto a luglio scorso presso l’ospedale Spaziani di Frosinone. Secondo le accuse la morte del piccolo paziente, che aveva solo 8 anni, poteva essere evitata. Il medico legale ha infatti accertato gli effetti della grave miocardite causata dal Covid. Patologia che sarebbe stata diagnosticata in ritardo.
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Il Covid e l’arresto cardiocircolatorio
Come anticipato, i fatti risalgono allo scorso luglio. Il piccolo – residente in provincia di Alatri, a Tecchiena – viene condotto in ospedale: febbre, vomito, poi il primo tampone che aveva dato esito positivo. E il secondo, effettuato al Pronto Soccorso, avrebbe confermato la diagnosi. Fin qui nulla di anomalo se non fosse che con il passare del tempo le condizioni del piccolo paziente si sarebbero aggravate. Astenia e disidratazione, sintomi di un quadro clinico che non lasciava, purtroppo, presagire nulla di buono. Dopo due ore è stato dichiarato il decesso del piccolo. Fatale un arresto cardiocircolatorio.
Le indagini
Attesa per il prossimo tre ottobre l’udienza del giudice per le indagini preliminari il quale dovrà esprimersi in merito ad una serie di negligenze scaturite a seguito delle indagini. Indagini partite dalla denuncia dei genitori della vittima. Secondo l’accusa, la causa del decesso sarebbe da ricercarsi in un ritardo nella diagnosi. Nonostante i sintomi che potevano far pensare ad una miocardite, peraltro molto frequente nei bambini contagiati dal Covid, nessuno avrebbe diagnosticato la patologia per tempo. Gli specialisti che hanno partecipato all’autopsia hanno messo in evidenza come sia stata proprio quella miocardite a costare la vita al piccolo, un errore fatale e che ora potrebbe costare caro anche ai medici che lo avevano in cura.
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