Roma. È finito a processo per omicidio colposo un medico del San Camillo che ha sbagliato la diagnosi di un paziente. Un errore che è costato la vita ad un uomo di 55 anni, il quale ad inizio febbraio dell’anno scorso si era recato presso il nosocomio a causa di un forte mal di testa. Tuttavia, una volta visitato, è stato dimesso con una diagnosi di cervicale. Ma l’uomo è poi deceduto per un aneurisma cerebrale. Sulla vicenda sono in corso le indagini da parte della Procura capit0lina. A riportare la notizia il Corriere della Sera.
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Il forte mal di testa al collo e le dimissioni del paziente
Stando a quanto finora ricostruito, il paziente lo scorso febbraio per via di un forte mal di testa al collo aveva deciso di recarsi al San Camillo in quanto nessuno dei farmaci da lui presi aveva fatto effetto. Entrato nel nosocomio alle 9, è uscito dopo circa due ore. Visitato, il medico gli ha prescritto un antiinfiammatorio e lo ha dimesso. Una volta tornato a casa però il dolore non passava e così, su consiglio del fratello, l’uomo stava per entrare nello studio del medico di base così da avere un secondo parere ma, appena uscito dall’auto, è svenuto.
L’aneurisma cerebrale
Soccorso da un passante, un’ambulanza lo ha condotto nuovamente al San Camillo. Le sue condizioni erano decisamente gravi e l’esito della Tac, successivamente effettuata chiaro: aneurisma cerebrale. Entrato in coma, il 55enne è poi deceduto. Ora, il medico che lo ha visitato respinge ogni accusa anche se il consulente della Procura- che ha esaminato la cartella clinica ed eseguito l’autopsia – ha evidenziato che non è stata effettuata, come da prassi, nessuna Tac. Il medico, come detto, dovrà ora rispondere di omicidio colposo e nel processo il fratello del paziente si è costituito parte civile.
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