Si è spento alla veneranda età di 100 anni l’architetto Pietro Barucci che a Roma ha progettato alcuni quartieri residenziali come il Laurentino 38 e quello noto come il ‘serpentone’, ovvero il quadrante del Corviale. Il suo lavoro tuttavia, negli anni, si è spinto ben oltre i confini capitolini considerando, tra gli altri, ad esempio i piani urbanistici in Tunisia ed Etiopia, vari quartieri INA-Casa a Livorno e anche un edificio INCIS a Torino.
Chi era Pietro Barucci, la carriera
Pietro Barucci è stato un importante architetto e urbanista, assistente di Adalberto Libera per poi partecipare allo sviluppo della città di Roma. La sua famiglia era composta da artisti, pittori e costruttori: nato nel 1922 si era laureato nella seconda metà degli anni 40, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, con Arnaldo Foschini. Barucci si è contraddistinto in particolare nell’edilizia residenziale e scolastica, a cui ha contribuito con una progettazione sperimentale ed innovativa, anche attraverso la procedura concorsuale.
“Dai suoi disegni emerge una precisa idea di città contemporanea, di cui l’attuale asseto urbano della Capitale è figlio”,
ricorda oggi l’Ordine degli Architetti di Roma e provincia.
I progetti dell’Architetto Barucci a Roma
Numerose le realizzazioni a Roma:
- L’edificio in linea nel quartiere INA-Casa al Tuscolano (1950),
- L’Istituto industriale a Pietralata (1961-70),
- La sede ENPAM (Ente Previdenza Medici) in via Torino (1962-65),
- Il nucleo direzionale di piazzale Caravaggio (1963-69, in collaborazione),
- Il complesso ISES-IACP di Spinaceto (1965-77, in collaborazione),
- I quartieri residenziali IACP Laurentino (1971-84) e Torrevecchia (1978-84, in collaborazione),
- Il quartiere residenziale Quartaccio (1978-84, in collaborazione),
- Il complesso residenziale “Il serpentone” a Tor Bella Monaca (1980-81, in collaborazione).
Gli altri lavori
Come detto in apertura la sua attività si è spinta anche oltre i confini di Roma. Oltre a quanto sopracitato menzioniamo inoltre il Piano Straordinario per l’Edilizia Residenziale di Napoli (1982-92 con Vittorio De Feo) in cui approfondisce interventi di riqualificazione degli ambiti di Taverna del Ferro, di Pazzigno e di Barra attraverso un’accurata integrazione tra restauro del centri storici e integrazioni moderne.
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