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Roma, calci e pugni alla sorella per non restituirle l’abito da sposa

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abito da sposa

Va dalla sorella e dal cognato per riprendersi l’abito da sposa prestato tre anni prima e, invece del vestito bianco, riceve in cambio botte da orbi. Capelli tirati, calci e pugni, al punto da avere necessità di ricorre alle cure del pronto soccorso, con i medici che le rilasceranno una prognosi di sei giorni per le contusioni e le ecchimosi riportate.

La vicenda, raccontata dal Messaggero, risale al 2016, ma non si è ancora conclusa e adesso vede imputati nell’aula del Tribunale di Roma i due parenti facinorosi.

L’abito della discordia

Tutto inizia quando la vittima della violenza presta un abito da sposa alla sorella: fa la parrucchiera e le serve per fare dei servizi fotografici. Ma passano addirittura tre anni e l’abito nuziale non viene mai restituito. La donna allora lo chiede indietro: è suo, lo rivuole. In questo periodo le richieste da parte della proprietaria dell’abito sono tante, tute bonarie, ma tutte inascoltate da parte della sorella. Alla fine la donna si scoccia e pensa di passare “all’azione”. È il 5 maggio 2016, la proprietaria del vestito decide di recarsi a casa della sorella e del cognato per andare a riprenderselo. Per tutto il giorno tra le due sorelle sono intercorsi messaggi in cui la donna richiedeva l’abito, ma la sorella le rispondeva minacciosa. La donna, indispettita, prende la sua auto e va all’indirizzo della sorella.

Arrivata sotto casa, citofona per avvisare della sua presenza, poi attende in auto. Ma moglie e marito, invece di scendere con l’abito, arrivano carichi di brutte intenzioni. Per prima cosa il marito – secondo la denuncia presentata dalla vittima – avrebbe preso la cognata per i capelli, trascinandola fuori dall’auto. Poi, insieme alla moglie, avrebbe iniziato a prenderla a calci e pugni, cosa che le ha provocato le contusioni riportate dal referto del pronto soccorso.

Le minacce

Che sarebbe finita male, del resto, era stato preannunciato dai messaggi inviati alla donna dalla sorella. Ma mai la vittima avrebbe pensato che si sarebbero tramutati in realtà. «Vai a fare in c… te la stai rischiando di brutto, ti faccio male, non mi conosci», avrebbe scritto l’imputata alla vittima in uno dei messaggi. Ma non solo. Mentre la donna era a terra dopo essere stata pestata, il cognato l’avrebbe filmata con il suo cellulare. Il video è poi stato inviato al marito della donna: quello stesso video è stato depositato agli atti del processo. 

Sempre agli atti sono finiti anche la fattura di riparazione del cellulare della donna, che la sorella ha distrutto durante l’aggressione per evitare che venissero recuperati i messaggi intercorsi durante la giornata, e i referti medici. Adesso i due coniugi sono accusati di minacce, lesioni personali e appropriazione indebita. 

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