Lazio. Due obiettivi davanti a tale manovra: da una parte, fermare la fuga dei medici dai pronto soccorso e dall’altra tagliare nei Dea i tempi di attesa per garantire le cure necessarie ai pazienti. Obiettivi certamente ambizioni per la sanità italiana, ma da qualche parte bisogna pur iniziare.
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Lazio, la crisi dei Pronto Soccorso
Ed ecco allora che la Regione Lazio decide di accelerare sull’aumento degli straordinari per il personale sanitario – in particolare dottori e infermieri – soprattutto di coloro che operano nei reparti d’urgenza, con un aumento: 100 euro lordi la paga per ogni ora extra. Anche perché, giusto per fare un riferimento concreto, Asl e aziende ospedaliere non pagano più di 60 euro lorde all’ora, sebbene le regioni vicine di Toscana e Campania arrivino senza problemi a 95 euro. Ad ogni modo, per sbloccare la pratica, in queste ore sono previste due riunioni: la prima all’interno della cabina di regia voluta dal governatore Francesco Rocca, mentre l’altra sarà più di tipo tecnico operativo tra i vertici dell’area personale di via Cristoforo Colombo e i direttori amministrativi delle Asl e degli ospedali del Lazio. Resta ferma, però, nonostante la doppia riunione e l’obiettivo, l’ambizione di chiudere la pratica nel minor tempo possibile, anche perché nei prossimi giorni ci sarà un’ondata di persone, distribuita alla lunga, per via della bella stagione e l’inizio dei viaggi verso la Capitale.
Aumento straordinari e misure strutturali
Ma l’aumento dovrà essere integrato in un intervento generale che abbia valenza strutturale, e non un modo per tamponare – si spera. L’obiettivo madre è sempre quello di rilanciare i pronto soccorso e smacchiare la loro reputazione. Una situazione al limite per il momento, dimostrata dall’enorme caos registrato negli accessi dello scorso 25 aprile, a cui c’è da aggiungere la minore presenza di personale di servizio. Sebbene nei giorni successivi i flussi siano tornati alla normalità, la situazione nella Regione Lazio non è per nulla idilliaca.
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