Turbata libertà degli incanti, corruzione, frode nelle pubbliche forniture, falso ideologico. È lunga la sfilza di reati contestati agli indagati nella maxi operazioni che ieri ha scosso l’Aeronautica. Ben 12 gli arresti soltanto di militari, e altrettanti di ulteriori persone coinvolte civili. A scoperchiare il ‘vaso di pandora’ sono stati i Carabinieri che hanno portato alla luce un complesso ed articolato sistema con cui gli indagati riuscivano a manovrare gli appalti per la realizzazione di opere infrastrutturali di immobili militari con alcune ditte che venivano agevolate per garantirsi l’assegnazione diretta dei contratti pubblici. Un giro d’affari milionario riferito a circa una cinquantina di bandi in merito a lavori in basi militari dell’Aeronautica, dislocate nel Lazio e in Campania, tra cui l’aeroporto di Ciampino e quello di Pratica di Mare.
Inchiesta sull’Aeronautica Militare, gli appalti e i lavori “sospetti”
Ora dagli atti emergono i primi particolari sui quali la Procura di Velletri intende andare fino in fondo. Si parla ad esempio di nove militari che, per accreditarsi presso un alto ufficiale (non indagato), avrebbero fatto fare nella sua abitazione dei lavori in parte scontati e in parte totalmente gratis a un imprenditore che, in cambio, avrebbe ricevuto in affidamento degli appalti elargiti direttamente dalla stessa Aeronautica, nello specifico alcuni interventi presso l’aeroporto di Pratica di Mare. Si tratta di M.Z., assistente ai lavori per l’aeroporto di Pratica di Mare, F. P., direttore dei lavori presso il 208° Servizio tecnico infrastrutturale, R. P., capo servizio coordinamento lavori campali 2° reparto Genio AM a Ciampino, A. C., comandante dell’8° G.G.C. del 2° reparto Genio AM, S. C., comandante pro tempore del 2° reparto Genio AM, V.A.M., capo coordinatore dei lavori campali dell’8° G.G.C., A.C., comandante dell’8° Gruppo Genio Campale di Ciampino, T.F., capo dell’ufficio progetti, e L.D.O., dell’8° G.G.C.. Ma i lavori sospetti finito al centro dell’inchiesta, come riporta stamani Repubblica, sono molteplici. Dalla manutenzione degli impianti di climatizzazione negli scali militari di Grazzanise e Frosinone, all’ammodernamento delle strutture fino ad arrivare alle opere più disparate, dagli infissi, agli impianti termici e così via.
Come funzionava il sistema
Secondo l’accusa l’intero sistema era incentrato su due figure d’alto rango dell’aeronautica che da un lato possedevano quote di una società operante nel ramo immobiliare, dall’altro ricoprivano ruoli di responsabilità nelle procedure d’assegnazione degli appalti per gli interventi da realizzare in ambito militare. I due all’epoca dei fatti erano in servizio al 2° Reparto Genio A.M. di Ciampino e nel contempo proprietari di una società edile privata, con quote di capitale pari all’85% e al 15%. La sede era nel sempre a Ciampino ed era attiva nel campo immobiliare, con compravendita, permuta, ristrutturazione, costruzione, locazione, affitto, manutenzione di immobili. I due militari, che avevano incarichi di responsabilità nella gestione degli appalti per opere infrastrutturali della Forza Armata, agivano a volte anche come delegati ad assumere l’incarico di direttore dei lavori oppure come responsabile di cantiere.
Gli appalti pilotati all’Aeronautica Militare
Ma dei movimenti strani di denaro tra uno dei due militari e alcuni titolari di ditte edili legate da vincoli contrattuali con la forza armata hanno fatto insospettire gli inquirenti, che hanno deciso di indagare. Grazie al sistema viziato dall’irregolarità, nell’assegnazione di appalti per la realizzazione di opere infrastrutturali di immobili militari, le ditte venivano agevolate garantendosi l’assegnazione diretta dei contratti pubblici. I due militari titolari della ditta privata ricevevano in cambio prestazioni d’opera e materiali per propri fini, mentre gli altri appartenenti alla Forza Armata coinvolti “sorvolavano” su vigilanza e controlli, pur sapendo cosa stava succedendo. Peso notevole sembrerebbe aver rivestito inoltre ad esempio anche A.L., un tenente colonello finito in carcere, il quale, sempre secondo l’accusa, grazie agli appalti pilotati si sarebbe fatto realizzare dei lavori nella sua abitazione privata di Somma Vesuviana.
La maxi indagine sugli appalti manovrati negli aeroporti militari: 24 persone arrestate all’alba
Ieri quindi, come vi abbiamo raccontato in questo articolo, è scattato il blitz. I Carabinieri di Roma Ciampino hano dato esecuzione nelle province di Roma, Napoli, Caserta, Latina, Viterbo, Grosseto, Chieti e Ravenna, a un’ordinanza applicativa di custodia cautelare nei confronti di 14 persone (tutte arrestate) e 10 ordinanze di applicazione dell’obbligo di dimora, oltre alla notifica di altri 15 avvisi di conclusione delle indagini preliminari ad altrettanti indagati, emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Velletri, su richiesta di quella Procura della Repubblica.
Appalti pilotati per favorire la ‘ndrangheta, arresti e sequestri (ilcorrieredellacitta.com)