Stasera arriveranno all’Aeroporto Internazionale di Fiumicino i famosi ispettori dell’EXPO 2030, che dovranno valutare se l’Italia è idonea o meno per ospitare la famosa Esposizione Universale (mai svoltasi nella Capitale). Il nostro Paese giocherà con il pieno sostegno dell’Unione Europea, in un programma di visite che però – almeno sulla carta – sembra coprire le criticità che attualmente sta vivendo la Capitale. Infatti, gli ispettori saranno fatti girare tra il Centro Storico e Tor Vergata (dove si dovrebbe svolgere l’Esposizione Universale), senza però passare da quelle periferie in balia del degrado, la criminalità e soprattutto l’emergenza rifiuti.
Cosa vedranno realmente gli ispettori dell’EXPO 2030 a Roma?
Il giro programmato per gli ispettori, viene fuori da un’inattesa collaborazione tra Governo e il sindaco Gualtieri. Infatti leggendo le tappe di questo “tour” per l’Esposizione Universale, sembra che la strategia sia quella di nascondere le magagne capitoline. Il quartier generale dove verranno tenuti impegnati gli ispettori sarà i Mercati Traiani, considerato come nei cinque giorni sono programmate visite a Palazzo Chigi con Giorgia Meloni e successivamente al Quirinale dal presidente Mattarella. Una cinque giorni all’insegna di cultura (vero motore di Roma), buona cucina e soprattutto azioni diplomatiche.
Tra le visite pensate, anche la Cappella Sistina e uno spettacolo pirotecnico sopra il Colosseo. Governo e Campidoglio le proveranno tutte per convincere i commissari del Bureau International des Exposition (Bie). Una mossa per ambire anzitutto a un evento secolare, ma soprattutto a un indotto stimato tra i 50 miliardi di euro e 300 mila posti di lavoro per seguire la manifestazione. Una visita in un Centro Storico che dovrà apparire impeccabile, soprattutto dopo la chiusura della città ai tifosi olandesi per la partita di Europa League Roma-Feyenoord. Una mossa che vuole mostrare una Roma perfetta, quando a un ispettore basterebbe aprire un giornale (anche questo articolo) per vedere come non lo sia.
La sfida con l’Arabia Saudita
Oggi, la sfida sull’EXPO 2030 ce la giochiamo con l’Arabia Saudita. I sauditi avrebbero fatto la menzione per Riad, con la location potenzialmente affine per il budget economico che lo stesso Stato saudita potrebbe mettere all’interno dell’Esposizione Universale. Seguono poi la Corea del Sud con Busan e a sorpresa l’Ucraina con Odessa, in una candidatura che per il momento non sembra però trovare il sostegno dell’amica Unione Europea. Infatti, nello scacchiere geopolitico l’UE ha deciso di avanzare una sola candidatura, puntando tutto su Roma e l’Italia.
Roma – Feyenoord, città blindata per l’arrivo dei tifosi olandesi e i commissari dell’Expo