Aumenta il prezzo del latte e scoppia la guerra tra produttori e azienda. Il prezzo del latte fresco è arrivato a costare più di 2.50 euro al litro a causa dell’inflazione. Il problema degli allevatori riguarda il prezzo di acquisto della materia prima, considerato insufficiente a coprire i costi.
Roma, somministra alimenti senza permessi e con… animali infestati: multa e richiesta di chiusura
Il prezzo del latte mette in ginocchio gli allevatori
Il problema principale dei produttori è che le aziende vorrebbero pagare la materia prima al prezzo venduto in regioni dove costa meno, ma i produttori non ci stanno e così è scoppiata una polemica che ha portato a una vera e propria protesta. I soci della cooperativa “Latte Più” sono in protesta davanti alla sede di Latte Sano in zona Muratella da ormai quattro giorni, dall’11 aprile.
La paura più grande è quella di trovarsi costretti a chiudere le proprie aziende, poiché la produzione non è più sostenibile a causa dei costi e del valore di mercato conferito al latte. Produrre un litro di latte costerebbe agli allevatori 65 centesimi, mentre le aziende vorrebbero pagarlo 57 centesimi. Gli allevatori hanno cercato di dialogare con la società, ma ad oggi non si è arrivati ad una trattativa.
Cioccolatini Lindt ritirati dal mercato: ecco perché
Produttori in protesta: ‘Ci pagano poco. Andiamo in perdita’
“Protestiamo contro l’abbassamento del prezzo del latte deciso in modo unilaterale nel mese di febbraio – spiega a Repubblica Valentino Vela, il presidente della Cooperativa Latte Più che sta prendendo parte alla protesta. – La situazione per noi è ormai insostenibile e ci espone tutti al rischio di chiusura. Il prezzo è già calato e non possiamo accettare ulteriori riduzioni. Siamo al quarto giorno di protesta e intendiamo rimanere qui a oltranza”.
Così gli allevatori si trovano a protestare per il quarto giorno di fila sotto la sede di Latte Sano, con la grandine e la pioggia, accompagnati dai loro striscioni che citano: “Noi siamo il latte del Lazio”, “Dignità per noi produttori”, e ancora “Sostenibilità economica”. E proprio quest’ultima, la sostenibilità del comparto, è quella che preoccupa di più. A questo problema stanno arrivando delle risposte dalla politica.
“La sopravvivenza delle aziende locali – ha dichiarato l’Assessore alle Attività Produttive di Fiumicino, Erica Antonelli – dovrebbe essere nell’interesse di tutti gli attori in campo, soprattutto in un’ottica di tutela e tenuta della filiera”.
“Piena solidarietà ai nostri allevatori! Siamo a fianco delle nostre aziende per tutelare lavoro e qualità della produzione” ha dichiarato il vicesindaco di Fiumicino Ezio Di Genesio Pagliuca.
Braccio di ferro Pecorino romano – Cacio romano, la Cassazione: “Sono formaggi diversi”