Non ci stanno, i titolari del ristorante “Talea” di Torvaianica, a essere accusati di non aver prestato soccorso al ragazzo aggredito la sera del 10 aprile, a Pasquetta, in pieno centro. Sono infatti loro i gestori del locale contro cui la mamma del giovane ha puntato il dito, in quanto il figlio non sarebbe stato soccorso dopo essere stato inseguito da 6 ragazzi che lo stavano picchiando.
Sulla vicenda, le cui versioni sono contrastanti riguardo alla “miccia” che ha fatto scatenare la lite (la ragazza, che ha contattato la nostra redazione, parla di pesanti offese ricevute nei suoi riguardi, oltre a un pugno che l’avrebbe stesa a terra. Questo avrebbe provocato la reazione degli altri ragazzi che hanno poi aggredito il 25enne, ndr) parla quindi la titolare del ristorante di Viale Francia.
La versione del ristoratore
“Quella sera, alle ore 20.04 circa, durante il servizio serale, un ragazzo di circa vent’anni è acceduto sulla pedana di nostra proprietà, installata su suolo pubblico ove sono collocati i tavoli del nostro ristorante”, racconta la titolare per mettere a tacere le accuse nei confronti del personale del suo locale. “Dopo alcuni minuti, sono arrivati altri ragazzi, i quali hanno dato impulso ad una colluttazione con il primo giovane, sfociata in una rissa nel mezzo di un’area di circa 70 mq, dove erano seduti i nostri clienti, tra cui famiglie con minori al seguito”.
“Solo grazie alla prontezza del nostro personale – prosegue la donna – che ha reagito celermente all’accaduto mettendo in sicurezza i presenti all’interno del locale, si è potuta evitare una sciagura ancor più grande, in quanto i soggetti coinvolti nella rissa hanno “devastato” la mobilia e i vettovagliamenti in uso alla clientela, senza curarsi dei possibili effetti dannosi che la loro condotta avrebbe potuto arrecare alle persone presenti. In ultimo, non risponde al vero il fatto secondo cui il personale del ristorante non avrebbe prestato soccorso al ragazzo aggredito, posto che, come emerge inconfutabilmente dalle immagini di sorveglianza a disposizione degli inquirenti, il nostro direttore ha allontanato gli aggressori e fornito assistenza all’aggredito, il quale è rimasto in sicurezza nel nostro locale, rifocillato e accudito, sino all’arrivo dei militari dell’arma dei carabinieri e del personale del 118”.
Le contestazioni
Il giovane aggredito ha testimoniato le botte prese con una serie di foto postate sul suo profilo come storie. E proprio questo ha suscitato la rabbia della ragazza. “Io non c’entravo nulla e sono stata colpita e offesa”. Dall’altra parte, resta chi difende il giovane. “È stato accerchiato e aggredito da 6 persone, lui era da solo. È riuscito a salvarsi solo scappando e i segni delle botte prese si vedono benissimo”. La verità su questa storia potranno stabilirla solo gli inquirenti, attraverso una ricostruzione minuziosa fatta con testimonianze, video presi dalle telecamere di sorveglianza e denunce. Dove ognuno racconterà, se mai davvero denuncerà, la sua verità.
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