Roma. L’Italia tutta, in ogni sua regione, registra negli ultimi mesi maggiori movimenti di denaro che sono direttamente riconducibili agli affari della criminalità organizzata. Nella Capitale, poi, sembra esserci un numero record di segnalazioni che riguardano operazioni finanziarie molto sospette negli ultimi tempi, così come nell’intera provincia. Un amore antico, quello della criminalità mafiosa per la Capitale, soprattutto quando si tratta di riciclare denaro e puntare a fondi nazionali.
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Tutte movimentazioni sospette, insomma, che hanno improvvisamente premuto sull’acceleratore e che sono sufficienti per far ritenere alla Dia che le mafie stiano utilizzando il Lazio come un’enorme bacino in cui lavare i loro soldi sporchi, preparandosi contestualmente a mettere le mani anche usi fondi – succulenti – del Pnrr. Proprio all’interno dell’ultima relazione inoltrata al Parlamento sull’attività della Direzione investigativa antimafia, viene dimostrato come nei primi sei mesi del 2022 sia confermata nel territorio regionale un panorama “particolarmente composito, registrandosi la contestuale presenza di tutte le tradizionali matrici mafiose e di locali formazioni criminali, ad alcune delle quali è stato anche riconosciuto il requisito della mafiosità”. Sempre all’interno del rapporto, il quale è stato presentato dal ministro dell’interno Matteo Piantedosi, viene anche specificato che i diversi clan del territorio, oltre al loro tradizionale impegno nel traffico di droga, nelle estorsioni e nell’usura, si sarebbero concentrati ultimamente soprattutto su “operazioni di riciclaggio sempre più complesse e sofisticate”. Si tratta di reinvestimenti di proventi illeciti derivanti da evasione ed elusione fiscale grazie a stretti rapporti con imprenditori e professionisti partner.
L’aumento delle attività sospette e illecite segnalate dalla Dia
Le preoccupazioni dell’Antimafia sono molto concrete, ad ogni modo: un segnale importante dei rinnovati tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nei canali dell’economia legale è sostanzialmente dato dal ”sensibile incremento dei profili di anomalia riscontrati nelle movimentazioni e nelle transazioni finanziarie”. Come dicevamo, poi, il Lazio sembra essere il territorio prescelto per le infiltrazioni criminali a stampo mafioso: i maggiori incrementi in termini assoluti di segnalazioni sospette si registrano proprio qui. Segnalazioni di illeciti e sospette che sembrano essere strettamente correlate con ”operatività finanziarie volte a dissimulare attività di riciclaggio”. Che il Lazio e la Capitale siano un territorio prediletto delle mafie non è una novità, un amore antico, soprattutto quando si tratta di riciclare il denaro attraverso diverse attività. Si pensi alle operazioni di smantellamento portate avanti nel 2022, operazioni che avevano portato alla chiusura e al sequestro di molte attività nella Capitale e altrettanti arresti: sigillate 24 società tra ristoranti, bar, pescherie, alcune molto note. Ora, però, il timore è che i tentacoli delle Mafie possano arrivare a stringere i fondi del Pnrr, fondi ghiotti e succulenti, e che il recente incremento delle infiltrazioni possa essere determinato proprio da tale volontà.
I numeri dal rapporto Dia
Per dare qualche numero proveniente dalle attività di indagine portate avanti nel territorio, il Lazio, durante il primo semestre del 2022 ha fatto registrare oltre 600 segnalazioni di operazioni sospette in più rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Come si legge: ”Ad eccezione del leggero calo di Rieti, le altre province e, in particolare la città metropolitana di Roma, presentano dati in costante aumento che potrebbero, in alcuni casi, essere riconducibili a operatività finanziarie volte a dissimulare attività di riciclaggio”. Poi, si aggiunge: ”è quindi agevole ipotizzare uno scenario in cui le mafie abbiano affinato le capacità di cogliere le migliori opportunità di guadagno, avvalendosi degli strumenti più adeguati a intercettare i fondi comunitari europei, ricavandone ingenti profitti e riciclando i capitali illecitamente accumulati”.
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