E’ stata sicuramente una giornata dura, quella degli amministratori pometini. Dopo gli attacchi sferrati nell’articolo apparso questa mattina su L’Unità, nel pomeriggio è stato pubblicato un pezzo su The Huffington Post – poi ripreso anche da un servizio andato in onda al TG 1, TG 2 e TG 3 – dove il governo a 5 Stelle di Pomezia è stato duramente criticato sia per l’enorme aumento delle spese legali sia l’appalto al consorzio CNS.
“Dopo Quarto, Pomezia – si legge nell’articolo sul sito huffingtonpost.it – Risuonano i nomi di Mafia Capitale nella principale operazione del sindaco a Cinque Stelle di Pomezia, Fabio Fucci, ovvero la gestione dei rifiuti: il Consorzio Nazionale Servizi, la Cooperativa 29 giugno di Salvatore Buzzi, e Alessandra Garrone, la compagna di Buzzi che sedeva nel cda della cooperativa Formula Ambiente, finita ai domiciliari. L’appalto del Comune sui rifiuti è forse l’atto più importante di un’amministrazione molto chiacchierata e finita sulle cronache nazionali qualche mese fa per un caso di Parentopoli: nel corso della trasmissione L’Aria che tira, Fucci affermò che l’assessore Veronica Filippone si era già dimessa. In verità aveva solo annunciato a giugno che si sarebbe dimessa a novembre, unico caso al mondo di dimissioni post-datate. L’imbarazzo era legato al fatto che la Filippone è la compagna del sindaco a Cinque stelle. Poi, la vicenda sollevata dall’Unità oggi sulla sanatoria degli abusi edilizi da parte dell’amministrazione a Cinque stelle”.
Il giornale online prosegue con un salto temporale. “Ma occorre tornare indietro di qualche mese per imbattersi nell’opacità vera del sistema Pomezia – scrive il redattore Alessandro De Angelis – A quando cioè il sindaco Fucci, insediato a giugno del 2013, proroga l’appalto per la gestione dei rifiuti e la pulizia urbana tra il Comune di Pomezia e il Consorzio Nazionale Servizi e la sua affiliata Formula Ambiente. Formula Ambiente è una società “partecipata” della Coop 29 giugno di Salvatore Buzzi prima per il 49 per cento poi per il 29 per cento. E nel suo consiglio di amministrazione sedeva Alessandra Garrone, compagna di Buzzi. Il quale, come noto, era nel consiglio di sorveglianza del Consorzio Nazionale Servizi. Un ruolo cruciale nel sistema di Mafia Capitale, come si legge nelle carte dell’inchiesta”.
“In quel momento – si prosegue nella pagina dell’Huffington Post – tra le varie attività del CNS c’è l’appalto del comune di Pomezia, arrivato alla sesta proroga. Segue il dossier Salvatore Forlenza, il dirigente del CNS nel settore rifiuti. Forlenza un anno dopo sarà indagato per turbativa d’asta nel processo di Mafia Capitale. Il sindaco dei Cinque stelle avvia l’appalto a dicembre 2013. E le procedure vanno avanti per mesi. L’ultimo bando di gara è emesso il 2 settembre del 2014 e si conclude l’11 dicembre 2014, quando Mafia Capitale è già scoppiata e l’Operazione Mondo di Mezzo ha portato agli arresti di Buzzi e Carminati. Salvatore Buzzi in quel momento viene estromesso dal consiglio di sorveglianza del CNS e la sua compagna arrestata e rimossa dal cda di Formula ambiente insieme agli altri esponenti coinvolti nell’inchiesta. Sono i giorni in cui alla Camera Alessandro Di Battista presenta una interrogazione per denunciare il sistema delle proroghe degli affidamenti al CNS da parte di Marino sulla base del teorema “come faceva a non aver visto nulla?” e al tempo stesso metteva in guardia il governo sul CNS. Evidentemente non lo ha ascoltato il sindaco di Pomezia, dove proprio al CNS veniva affidato l’appalto. “Il sindaco di Pomezia è incorruttibile” è una frase delle telefonate di Buzzi che i Cinque stelle hanno fatto rimbalzare ovunque come una coccarda di legalità. L’appalto secondo le opposizioni è sospetto. In particolare, secondo il Pd che ha già affidato le carte a un plotone di legali, ci sono diverse irregolarità sia della ditta appaltatrice sia delle procedure del comune. La cooperative dove Buzzi aveva un ruolo determinate vincono con un ribasso di gara dello 0,13, anomalo rispetto alla cifra di 50 milioni di appalto. Mentre le altre due ditte che si presentano non raggiungono il punteggio minimo sull’offerta tecnica, secondo la valutazione dalla commissione del Comune”.
Ed ecco le ulteriori accuse a Fucci e alla sua Giunta.
“Del resto – recita l’articolo – una certa disinvoltura nella gestione di queste cose il sindaco dei Cinque Stelle Fucci l’aveva dimostrata nell’appalto sul servizio della manutenzione del verde. Il bando fu bloccato dall’Anticorruzione di Raffaele Cantone: “illegittimo” perché “limita la concorrenza” e l’ampliamento della platea delle imprese di gara. Da quando c’è Fucci al Comune di Pomezia le spese per incarichi legali sono cresciute a dismisura: solo nel 2015 oltre un milione e mezzo di euro. Qualcuno lo ha avuto anche l’avvocato Giovanni Pascone – ex magistrato del Tar, dipendente del Comune – prima di essere cancellato dall’albo degli avvocati perché compariva come socio occulto di una società di vigilanza, e prima di essere condannato a due anni e sei mesi dopo essere stato trascinato dall’agenzie delle entrate in tribunale per un presunto danno erariale da 20 milioni di ero. Non è l’unico personaggio discusso che gravita nell’orbita del sindaco. Alla guida della Multiservizi Fucci ha nominato tal Luca Ciarlini, indagato per frode. Nessuno si è scandalizzato più di tanto quando nel comune di Pomezia circolava Salvatore Forlenza, per seguire direttamente la questione dei rifiuti. Prima che fosse indagato nell’ambito di Mafia Capitale. Ma a quel punto le procedure di gara erano già state stabilite”.
Non si è fatta attendere, così come dopo l’articolo dell’Unità, la risposta del sindaco Fabio Fucci.
“La cooperativa legata a Buzzi – ha dichiarato il Primo Cittadino – è stata estromessa dal consorzio Formula Ambiente, a cui il Comune di Pomezia ha appaltato il servizio di gestione rifiuti e pulizia urbana, il 15 dicembre 2014, immediatamente dopo i primi arresti. L’iter per l’estromissione è stato avviato il giorno stesso”.
“Il sintomo primo della strumentalizzazione della notizia è nel fatto che non è certo il Sindaco ad assegnare un appalto. In ogni caso – ha concluso Fucci – è stato tutto fatto con la Prefettura, che non ha rilevato problemi sulla certificazione antimafia”.