Duro colpo allo spaccio da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, supportati dal Nucleo Carabinieri Cinofili di “Santa Maria di Galeria”. I militari, dalle prime luci dell’alba di oggi, 12 aprile, stanno dando esecuzione a un’ordinanza che dispone misure cautelari nei confronti di 15 persone, tra cittadini italiani, romeni, bengalesi e tunisini. Si tratta di 12 custodie cautelari in carcere e 3 agli arresti domiciliari emessi dal Giudice per le Indagini preliminari del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia. Tutti sono gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana e produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope.
Le indagini
I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro, grazie a un’accurata indagine, sono riusciti a scoprire gravi elementi indiziari riferiti all’esistenza di una struttura operativa di una stabile associazione criminale, principalmente costituita da cittadini italiani attivi nel traffico di sostanze stupefacenti (cocaina, hashish e marijuana). L’organizzazione agiva nel popolare quartiere di Torpignattara, dove aveva costituito una fiorente piazza di spaccio, ben delineata per compiti e obiettivi, organizzata in vedette e controlli posti a supporto e difesa della zona e con una turnazione di soggetti dediti allo spaccio tali da garantire un flusso ininterrotto di affari illeciti.
Grazie agli accertamenti effettuati dai Carabinieri, sono stati arrestati altri cittadini italiani, non appartenenti alla stessa associazione. Anche loro agivano nelle piazze di spaccio della zona, questa volta in via Rovetti e nel limitrofo quartiere del Pigneto. L’arresto è stato possibile in quanto ritenuti responsabili di cessioni illecite delle stesse tipologie di stupefacenti, oltretutto molto richieste in un contesto densamente popolato come quello dei quartieri Pigneto e Torpignattara, da sempre protagonisti della “movida romana” e di una massiccia presenza di studenti universitari. Gli investigatori hanno scoperto che tutti gli affiliati al “clan”, in caso di arresto, ricevevano assistenza dal sodalizio, che provvedeva alla loro tutela legale, economica e logistica.
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